domenica 28 novembre 2010

Bolla 33 ...

Io ho sbagliato lavoro!

Altro che cooperazione internazionale, altro che ong, altro che lotta perché ognuno possa godere dei diritti che gli spettano...IO DOVEVO FARE ALTRO! Mi dovevo dare alla maglia, all'uncinetto, agli smalti, i pennelli e il cucito. Dovevo girare per il mondo riciclando cose, idee, reinventandole.
Mi rendo conto che in effetti lo faccio, solo che poi si trasformano in qualcosa di intangibile ma che si legge negli occhi delle persone... solo che, è mica sempre facile eh!
Volete metter il gusto di poter dire, nel giro di mezzora di acchiappa questo e quello, cosa posso usare per fare questo?, ah, ecco per cos'altro posso utilizzare questa roba! ecco, di poter dire:- Capperi, sono proprio stata brava!
Me la canto e me la suono oggi, come dicono qui a Roma, perché sono riuscita a trasformare un pomeriggio piovoso come quello di oggi, in cui l'alternativa era spulciare le sopraciglia, allisciare i capelli e sfoltire un pò la colonia di riccioli delle mie gambe in QUESTO magnifico Calendario dell'Avvento!!!
Erano giorni che pensavo che avrei voluto farne uno, per festeggiare il nostro primo Natale di convivenza, per dire che ogni giorno sono felice che nonostante tutto siamo insieme, che vorrei che ci fossero milioni di Natali da fare con l'OrsoMarso, perché ho voglia di sentirmi bambina come solo a Natale ci si sente e per poter correre, ogni mattina in cucina a vedere cosa troveremo nei bigliettini che ci sono attaccati.
Ho recuperato una vecchia cornice piatta che avevo ramazzato dalla rumenta e che in un momento di insopportabile riposo forzato avevo passato con la cementite, vecchi addobbi dell'albero di natale, il panno verde che giaceva aspettando di essere trasformato in una borsa sul fondo di un cassettone, la colla, le calamite natalizie che aspettavano un nuovo natale per attaccarsi al frigo, le mollettine con alce che avevo trovato in un negozietto ciainiis.
Ora, la nostra cucina è piena di particolari verdeggianti e bianchi quindi appeso sopra il tavolo ci starà da God, sarà facile ogni mattina a colazione aprire un bigliettino e scoprire dove si trova la sorpresa, che potrà essere o un piccolo regalo o un dolcino (considerate le nostre finanze i dolcini andranno molto credo...), una cosina per il LungoBascio oppure, semplicemente, delle parole per noi due.
Ora devo solo scrivere con la stagnola Natale 2010 e incollare le lettere nella targhetta verde...quanto mi piace trafficare con le mie piccole pinne da pescetto! Ho già pronto il 1° dicembre e non vedo l'ora che sia mercoledì!
Il nostro primo Natale da Conviventi, vale la pena festeggiare no?

Bollicina scoppiettante serenità...

PS: e ora vado a fare un bel caffé caldo che a leggere Noemi, mi è tornato in mente "il Ragazzo mucca" di Michele Serra e il Grande Otorongo. Forza Nullo-LungoBascio andiamo in cucina...

Aggornamento
non ho saputo resistere alla tentazione di finire subito e appenderlo quando l'OrsoMarso mi ha comunicato via sms che fra poco sarà qui! Quindi addio stagnola e viva la carta pacco attorcigliata su se stessa per disegnare il 2010!



sabato 27 novembre 2010

Bolla 24 Bis...La mia prima volta...

L'ho fatto, il mio primo ciambellone, l'ho fatto con amore, entusiasta per questa nuova piccola avventura, ed è riuscito buono!!!
Ok, è BUONO ... ma ... è BRUTTISSIMO!

senza contare che pensando al ritorno dell'OrsoMarso ho deciso di inaugurare la teglia in silicone a forma di girasole per fargli una sorpresa, torta a forma di girasole!
ma ... beh se il ciambellone è bruttarello questa volta ho avuto un piccolo problema col forno a gas...un girasole con i petali neri sa di portasfiga...quindi ho ... diciamo ... ribaltato la situazione, l'ho tagliata e messa a testa in giù, la foto non si vuol girare, uffa!
Comunque è buono anche lui, il mio girasole sbusacchiato ... ma anche lui è ... bruttino!

comunque sono contenta e basta!

Bolla 24

Siamo appena tornati, il LungoBascio ed io, dalla sua passeggiata mattutina. Oggi la salsicciapuzza era iper effervescente...
Ma ci sono degli zampotti più belli dei suoi?! Dico, ma dove si trovano un paio di pallozzette come queste?!
Adesso, rullo di tamburi!, ilPescetto si accinge a fare il primo ciambellone della sua vita!
Ieri ho comprato lo stampo (a forma di girasole!), tutti gli ingredienti e ho pulito il forno, oggi con tanto di grembiulino della nonna mi cimento in questa nuova impresa!
Poi passeggiata postprandium con la puzzola e speriamo che l'OrsoMarso torni prima che il ciambellone finisca! Ma soprattutto passeggiata, sperando in un altro pochino di sole per usare la nuova meravigliosa Sprocket Rocket, la Panoramica che il PlantigradeMarsicano mi ha regalato per i 32!

Ieri notte mi sono addormentata serena, tranquilla, senza rancore dentro ... sarà perché poco prima di andare a letto sono andata nella StanzaGialla e ho scoperto che la nostra seconda orchidea aveva cominciato a sbocciare?Era da una settimana che teneva i suoi bocciolini chiusi, sigillati .. per qualche giorno avevo anche pensato che forse il freddo li avesse fregati! E invece ... non è meravigliosa?


martedì 23 novembre 2010

BOLLA 23 ... 32!

















32 ANNI E UNA RAGIONE DI PIU' PER ESSERE FELICE!

domenica 21 novembre 2010

Bolla 22 ... ci sono strani giorni ...

A volte succede che con la pioggia succedano strane cose.
Ieri, in una Roma affogata dal nubifragio, illuminata dal bagliore dei lampi e assordata dai tuoni, può succedere che arrivino messaggi come questo:
I messaggi dal passato, da un passato imprevedibile!
Si è immediatamente scatenata la curiosità di sapere come fossero andate le cose in quell'11 gennaio del 1970. Per sapere se era un segno, se c'era comunque un messaggio da recepire.

E quindi mesdames et messieurs voilà ce qui s'est passé il y a presque 40 ans:

Cominciamo dal principio, dalla mattina.


Quel giorno di quell'inizio anno, tante persone accoccolate nei loro letti si svegliano stupite e preoccupate: i cubani non ricordavano dall'800 un tale freddo. Ci sono 1,8 C°, temperatura di oltre 20 C° inferiore alla media... Racconti di gelate e brinate sono riportati da Von Humboldt e dal meteorologo ottocentesco Poey y Aguirre. L'ultima vera nevicata sul Pico Turquino (massima elevazione di Cuba, 1974 metri) risale al febbraio 1900, da allora solo pochi fiocchi...








In Biafra, si conclude il conflitto di seces
sione con la deposizione delle armi, senza condizioni, da parte dei ribelli guidati dal generale Effiong. La guerra civile nigeriana, nota anche come guerra del Biafra, ebbe inizio in seguito al tentativo di secessione delle province sudorientali della Nigeria di etnia Igbo (o Ibo), autoproclamatesi Repubblica del Biafra.






... Dall'altra parte dell'oceano gli Americani si emozionano per il Super Bowl IV:
Kansas City 23, Minnesota 7








Torniamo di qua dall'oceano e ... (orgoglioso) rullo di tamburi... TADAAAAA
Stadio Amsicora di Cagliari.
La mia squadra gioca in casa contro la Sampdoria e ... 4 a 0!
Con un grande Gigi Riva quell'anno il
CAGLIARI DIVENTA CAMPIONE D'ITALIA!!

PAOLO VI all'ANGELUS in quella domenica, 11 gennaio 1970 racconta di Vietnam, Africa e Palestina. Non vi possiamo nascondere le trepidazioni del Nostro animo per l’inasprimento delle operazioni belliche nelle tre regioni del mondo, dove non solo la pace ancora non ritorna, ma dove la guerra moltiplica vittime e rovine. Siamo tutti commossi ma ... è passato troppo tempo dalla Populorum Progressio per crederci davvero... e se ci penso ora capisco lo sconforto...ma se anche il BiancoStato avesse fatto qualcosa io avrei potuto essere felicemente disoccupata (lavoro in una ong...).


Quello stesso anno...

il cancelliere tedesco Willy Brandt avviava una politica di apertura all'Est europeo, riconoscendo la Germania dell'Est e firmando un trattato d' amicizia con la simpatica Poland.


Attentati terroristici e guerriglia urbana fra amanti e predicatori della pace dei due schieramenti più pacifisti del mondo, cattolici e protestanti, in Irlanda del Nord, spingevano il governo britannico a prendere provvedimenti durissimi. In molti, però accusavano gli inglesi di colpire solo la popolazione irlandese... ma poi chiaramente si scoprì che non era vero infatti due anni dopo i deliziosi parà di sua maestà la Reginana a Derry aprono il fuoco uccidendo 13 persone durante una manifestazione pacifica per i diritti umani. remember il Bloody Sunday?



Il governo libico, guidato dal colonnello amante delle amazzoni espelleva gli italiani dal paese.

Iniziavano i voli commerciali con il Boeing 747.

e poi succedeva qualcosa che mi ha sempre fatto pensare che morire soffocati dal proprio vomito, senza prima aver avuto il tempo di fare le cose che ha fatto lui ... beh...è proprio una vergogna: moriva James Marshal Hendrix ... Jimi de mon coeur!Il Foxy Boy dei miei sogni più segreti ...

Insomma, il messaggio dal passato ci ha fatto fare un tour nei famosi 70s per far passare una giornata uggiosa e per farci poi scoprire che il messaggio arrivava da una delle terre più antiche del Mediterraneo, la mia, la Sardegna ed era il messaggio di una persona speciale, davvero, che ci ha regalato tante parole e gesti antichi, carezze su materiali che parlano degli albori della civiltà come le ossa degli animali o il legno e che riesce a trasformare i momenti e gli sguardi offrendo la possibilità di guardare attraverso gli occhi di un mistero mai spiegato.


Bollicina ... piccola di serenità... dopotutto...


Bolla 21 ... dedicato...

Cara Tazzina,
un pensiero piccolo, per ringraziarti di essere diventata il 1° follower del Pescetto.
Ma soprattutto grazie per le deliziose pennellate de "Signore di Corso Trapani" e per i consigli delle "Letture domenicali". Per i desideri appesi all'Albero e per quello sguardo che posi sul mondo che riesce a cogliere gli aspetti meno banali del quotidiano.
Visto che non lascio mai commenti...mi sembrava carino dedicarti questa Tazzina.
Il Pescetto

venerdì 19 novembre 2010

Bolla 20

... Cifra tonda...post molto deprimente...

Non che non abbia argomenti di interesse generale di cui parlare, ma, al momento, pensare al pizello riattaccato alla statua di Berlusconi mentre Pompei crolla o dell'assenza di una sinistra costruttiva e in grado di reggere un dialogo quantomeno "reale" con la popolazione mentre combatto contro il precariato francamente non mi va.
Non me la sento neppure di essere felice perché finalmente Raitre è ritornata alla grande (benché abbia voglia di ringraziare di cuore) perché ho paura che questo momento duri troppo poco, che mi facciano fuori Saviano in diretta e abbattano Milena Gabanelli alla prossima puntata di Report.
Non voglio pensare che il 5 per mille alle onlus è stato decurtato di non possiamo neppure immaginare quanto e che al TG ho sentito una Preside dire queste parole: La meritocrazia deve stare lontana dalle istituzioni.

Ecco alla fine ne ho parlato, ma cambio subito argomento.
Partiamo da una canzone di Rino Gaetano. A mano a mano.
La sensazione che mi scorre dentro in questo momento e da ieri notte è che il cerchio si sta chiudendo. Mi si chiude intorno e

o reagisco e cambio la sua forma geometrica in una figura aperta e fuggo
o resto dentro e soffoco.

Le bolle servono anche a questo, almeno le mie, a non perdere il fiato per andare avanti. Per non restare più senza fiato per affrontare le situazioni.
Ieri notte, rileggevo "La passione secondo Thérèse". Erano le due del mattino e da sola ho ridacchiato del meraviglioso Julius. Ho guardato il mio LungoBascio e sono stata meglio.

Ma il cerchio che mi stringe è stretto in questi giorni. A volte la sensazione è che piano piano da sola sono stata proprio io a stringermi la corda al collo da sola. Altre volte guardo la corda e la seguo con le dita fino ad arrivare al nodo. E la sensazione è di doverlo sciogliere. Poi qualcosa mi distrae la sensazione si alleggerisce e il nodo si stringe ancora. E la volta dopo è tutto più difficile.

Ieri notte, a guardare la luce che filtrava fra le tende, a riconoscere gli oggetti nel buio, ad ascoltare la pioggia e il respiro del LungoBascio ho desiderato di fuggire. Fuggire da questa lontananza, dall'assenza. Dall'impossibilità di cambiare realmente le cose. Ho immaginato di prendere il LungoBascio e i Perosauri. Di fuggire come i ladri. Senza dire nulla, senza rimpiangere ciò che lasciavo. Tornare nel mio monolocale da cui dominavo tutti i tetti, con le sue pareti ognuna di un colore diverso che mi faceva finalmente provare la sensazione di casa. In cui arrivare era davvero salire verso il cielo, staccarsi, dopo sei piani di scale a piedi, dalla sporcizia delle cose del mondo. Riguadagnare un punto di vista obiettivo sul mondo, vederlo per quanto è piccolo. Non averne paura. Avere il sole in viso al mattino e al pomeriggio, in estate e in inverno.

Ho immaginato di abbandonare l'albero che cresce sul muro e i geki che non sono più sul mio letto, i piatti tutti di colori diversi e le mille tazze e tazzine. Di tornare a sentirmi bella come ero allora e appassionata alle cose. Ho immaginato anche che se le cose non fossero andate così i sei piani di scale li avrei fatti con il bambino. (non scherzo, quei sei piani di scale erano un sogno da fare ogni giorno, li ho fatti anche con le stampelle, erano belli...). E vuoi mettere che divertimento sarebbe stato vivere una vita così?
Ma se non ci fosse lui non ci sarebbe potuta essere neppure l'idea di un bambino. La sensazione di averlo avuto dentro anche per così poco tempo non avrei potuto provarla senza lui. In effetti senza lui non mi sarei neppure sentita così sola.
Ed è qui il nodo.
Sono ancora annichilita dal dolore o ci siamo persi e basta?

Stanotte l'ho visto guardarmi nel buio. Ho sentito la punta delle sue dita sul viso. Non le trova le parole per parlarmi per alleviare il dolore che provo. E io so di sbagliare chiedendogliele quelle parole.
Ma se prima girandomi dalla sua parte avevo i suoi occhi dentro il cuore ora li guardo da lontano. Non mi perdo più. E non lo riesco a perdonare per averci messo a rischio così. Con le spalle al muro.

Cosa siamo diventati nel silenzio di quando stavo male?
Come è possibile che non mi abbia chiesto una volta come mi sentissi mentre mi guardava arrancare dietro di lui durante quella passeggiata alla Caffarella, sotto il sole, l'ennesima tortura.

E io mi sento ferita e imbarazzata. Mi vergogno di nuovo. Mi vergogno di nuovo di chiedere e di spiegare. Di sentirmi dire che non è vero che siamo lontani. Ma io ho fatto nuovi passi in una nuova direzione e mi rifiuto di non crescere dopo aver perso un'occasione di stabilità. Perché quel bambino poteva essere il sole attorno a cui far girare il mondo.

Ieri notte fra le righe di una Thérèse innamorata, una Thérèse di guance scavate che si colorano pensavo che con quel bambino avrei avuto, no, che comunque fosse andata una cosa di cui essere felice l'avevo fatta.

E invece non siamo stati capaci, neppure di restare vicini.

e il mio pensiero adesso è solo per le cose che hanno preceduto questo fallimento. Per altri fallimenti che si sommano. E vorrei fare tabula rasa di tutto.
Tutto.

Vorrei riprendere in mano la mia macchina per fare i ricordi. Andarmene in giro a guardare i colori e tenermeli solo per me. Non voglio condividere io ora.

Come si fa a tornare indietro. A innamorarsi di nuovo?
Ad avere di nuovo voglia di fare spazio all'altro?

Vorrei averne potuto parlare prima. Buttare in faccia a mia madre che la mia vita non era solo la mia vita.
Sto soffocando in questo circolo vizioso di pensieri fini a loro stessi. E' tutto un vorrei avrei potuto.

DEVO sciogliere il nodo. Trovare il modo per capire e per essere convinta, per sentire dentro che tutto questo mi renderà più forte. Devo tornare ad essere felice. Porcaputtana. Non sono mai stata così gonfia di rancore.

Come posso smaltirlo se mi toglie il sonno?
Me ne devo andare qui, dove ogni cosa ha sempre riacquistato la dimensione giusta per la realtà. Il quotidiano ha assunto di nuovo i contorni del passeggero, la sua giusta dimensione e il giusto contorno.

Speriamo di poterlo fare prima che tutto vada definitivamente a rotoli.
Perché da sola, senza un aiuto esterno mi sa che non ne esco.


BOLLICINA perché ho buttato tutto fuori.

martedì 16 novembre 2010

Bolla 19

Esercizi di rilassamento
contro l'ansia da martedì

Ci sono giorni, ma dei giorni...dei giorni che sono un incubo.
Diciamo un incrocio fra la pesantezza del lunedì e i casini che succedono di venerdì.
Insomma il martedì.
Che io odio, detesto e che da che mondo e mondo è, per me, il giorno foriero di sfighe.
Diciamo dei giorni in cui non c'è una cosa che una che vada per il verso giusto e lo sforzo massimo è nella direzione del ripetersi come un mantra:
"ti prego ti prego fai che non peggiori".

Ecco. Oggi è martedì.
SGRUNT



martedì 9 novembre 2010

Bolla 18

Ascoltare.

Vuol dire provare interesse per l'altro.
Vuol dire che hai rispetto per l'altro.
Significa che una parte dei pensieri, delle emozioni tradotte in parole, delle necessità dell'altro supera la barriera dell'indifferenza e ti arriva dentro.
Vuol dire che il tempo impiegato in una conversazione non è tempo perso, minuti buttati, sprecati in una cosa inutile.
Vuol dire che ti soffermi sulle cose, che non le lasci scivolare.
Significa che non sei superficiale.
Che dimostri l'età che hai con le azioni e i piccoli gesti, non solo con le rughe o la perdita dei capelli, l'adipe che avanza o i dolori alle ossa.
Vuol dire che c'è qualcosa che è importante e quindi vale la pena.
Vale la pena impiegare un pò del tempo che passa a concentrarsi su quel qualcosa.
Ci sono uomini, cose, sensazioni che non cambiano. Per scelta. Perché non considerano importante fermarsi un momento. Concentrarsi su qualcosa per capire.
Fanno le cose a metà, senza voler arrivare in fondo.
E poi arrivano per un momento orribile a rendersi conto che ciò che hanno realizzato fino a quel momento è poco, piccolo, insignificante rispetto a ciò che avrebbero potuto fare se solo si fossero fermati ad ascoltare.
E minimizzano ancora ciò che hanno per farlo sembrare più grande, più importante. Fanno i modesti, questi omini senza neppure un minuto di attenzione da regalare.

Ma così, la modestia, è la virtù dei mediocri.

lunedì 8 novembre 2010

Bolla 16 Bis

DECIBEL

La vita sociale del Pescetto è impegnata in buona parte dagli amichetti del LungoBascio e dai loro genitori.
(Non mi interessano le fregnacce di chi crede che a umanizzarli troppo i cani diventino scemi, è esattamente l'opposto: BISOGNA CANIZZARSI.)
Quindi, dicevo, sabato sera si accetta l'invito a cena dei genitori di una perrito salsiccia di nome Milù. La cena è estesa a tutti i padroni di peluti, senza distinzione di razza, sesso, pedigree.
Ci si ritrova intorno a un tavolo in 10 persone e due perriti salsiccia che circolano sotto il tavolo.
Decibel è la mamma di Milù, un bassotto sfigato e pieno di problemi a meno di un anno.
Il problema maggiore è proprio Decibel, il terrore dei cani della piazzetta.
Questa donna di un metro e 30 di statura raggiunge una potenza vocale che atterrisce i peluti nel raggio di 6 km intorno. Il LungoBascio è un cane sensibile, paziente e tollerante come solo i Bassethounds sanno essere, ma con Decibel il LungoBascio è messo alle strette.
L'ingresso di chiunque nel perimetro del giardino dove li portiamo è, in presenza di Decibel, funestato da latrati (e son sicura da ultrasuoni anche) che producono nei peluti un moto di orrore e raccapriccio.
La Signora Decibel non sa che per parlare alle persone e ai cani non conta imprimere nei loro timpani ciò che si sta dicendo. E' invece convinta che più il tono di voce sia elevato più si sia protagonisti nelle conversazioni e che più gli si urli contro, dietro, di lato, più il cane ci obbedisca e ci segua.
Immaginate una stanza di circa 20 m2. Arredata con una libreria, un divano e un tavolino. Pareti vuote intorno. E DECIBEL che intrattiene i suoi ospiti. Immaginate di cercare di parlare. Di provare a mangiare una cena compasta di 2 primi, due secondi, due dolci, innaffiata da poco alcol. Immaginate 10 persone intorno al tavolo che muovono le labbra e non odono altro suono che la voce di DECIBEL. Immaginate le foto dell'ecografia del PARVOVIRUS che girano fra i commensali. Poi chiudete gli occhi e concentratevi solo sul suono, ormai non siete più umani, non avete più volontà, più desideri e aspirazioni. Riaprite gli occhi e ... ora che siete diventati sordi provate ad immaginare la vita di Milù. Un cane giovane. Dall'udito finissimo. Secondo voi perché Milù è isterica, pazza, asociale, terrorizzata dall'abbaiare degli altri cani, gira col cappottino e ha un orecchio spelacchiato?
Cara Milù, quando sarai sorda del tutto noi ti saremo vicini, ti regaleremo un cornetto acustico adattato alle tue bassottesche orecchie.
Ma per quel momento avrai imparato a leggere il labiale, come abbiamo fatto noi quella sera.
un solo consiglio: non distrarti, segui con gli occhi DECIBEL, fai attenzione, sennò finisce che se ti ulula e tu non leggi e ti prenderà pure a calci nel culo perché non obbedisci.

Da parte nostra possiamo solo proporre un referendum municipale per la recisione delle corde vocali della tua padrona.
Promesso, lo faremo.


martedì 2 novembre 2010

BOLLA 16

La famiglia di marzapane



Caro Orso,
non so se passi mai di qui. Il tuo essere così ermeticamente sigillato mi sta cominciando a dare sui nervi. Mi fa compiere immani fatiche di comprensione e interpretazione del linguaggio orsico. Non so se reggerò ancora a lungo.
E' successo quello che ti avevo detto un anno fa: mi sono adattata. Tu dicevi nooooo, non farlo, io cambierò. Tu dicevi che sarebbe stato diverso.
E davanti a due Menabrea, qualche settimana fa, ti ho detto che siamo stati incapaci di ingegnarci insieme e trovare un Piano B per la gestione dell'emergenza in corso. Eravamo preparatissimi per affrontare il Piano A. Poi è successo che del Piano A non ci fosse più la minima necessità. Era successa una cosa diversa. Più dolorosa. Ora, io non sto qui a dire se dovesse essere più dolorosa per te o per me. Ognuno ha la sua soglia di dolore.
Io ti sto ripetendo quello che ti ho detto davanti alle due Menabrea: Noi non siamo stati capaci di condividere l'esperienza appena passata. Avevo bisogno di saperti vicino mentre stavo male. Vicino col cuore, sapere che tu eri vicino a me col cuore. Non potevo e non posso darlo per scontato. Vorrei sapere se, in qualche modo, anche tu ti senti in colpa per aver mancato alle aspettative di protezione che nascono nel momento in cui scopri che stai per diventare padre e madre. Perché anche se avevamo fatto una scelta diversa era a questo che stavamo rinunciando. Poi la rinuncia è stata decisa da Chiunquesia ma non da noi due. E io mi sento in colpa per non aver protetto, comunque, quello che tu hai chiamato cosetto, che è anche il solo modo in cui lo abbiamo mai chiamato, il cosetto. Ma tu, hai mai realizzato che era un figlio o una figlia? E, OrsoMarso, tu hai mai pensato a ciò che ci è successo, che volente o nolente è successo che non siamo diventati padre e madre?Che abbiamo perso un figlio o una figlia?Tu hai avuto questa sensazione? Cosa hai provato tu? Hai avuto bisogno di sentirti protetto in quei giorni? Protetto dal dolore, dalla paura o dall'essere impreparato?

Tu hai le parole per parlarne?
Mi aiuti a trovarle?
Le cerchiamo insieme?



P.S.:Non c'era un pupazzetto di marzapane LungoBascio quindi ho dovuto sopperire affibbiandogli umana sembianza...speriamo non venga mai a saperlo....

lunedì 1 novembre 2010

BOLLA 15

Aquerela

Dopo quasi una settimana di lontananza ieri l'OrsoMarso e il Pescetto hanno passato del tempo assieme, come non facevano da tempo immemore.
Nel Pescetto cresce ogni giorno la convinzione che sia lui, l'OrsoMarso, quello giusto, l'UomodeiSogni.
Ora che tutto è finito, che il mio corpo ha ricominciato a funzionare come prima, che non sono più preda di ormoni e follie da BetaHCG, che è arrivato l'inverno o l'autunno, che si avvicina il mio compleanno, che il LungoBascio mostra chiari segni di mammonite acuta...ora che tutto questo ricomincia a costituire la mia quotidianità vorrei raccontarmi, a mente lucida di come sono stata, delle scoperte e dei misteri che ancora non riesco a spiegarmi. E vorrei anche ricominciare a descrivere come tutto sia nato, dopo aver abbandonato il discorso qualche bolla fa senza avere la voglia di riprenderlo fino ad oggi.
Insomma, il morale si risolleva, anche ... soprattutto dopo gli ultimi 2 mesi.
In fondo noi ci meritiamo davvero un pò di felicità.
Quindi, terapeuticamente, oggi la bolla è dedicata all'outing.
Senza detti e non detti, senza giri di parole. Si chiamano le cose col loro nome oggi e poi si va avanti, senza più dolori.
Ad agosto scorso, durante un bel viaggio, una sera in cui l'OrsoMarso sarebbe stato il protagonista e stava per incassare il suo regalo di compleanno, ci siamo preparati e vestiti per festeggiarlo, eravamo belli e solari e niente e nessuno avrebbe potuto toccare la nostra felicità, nemmeno il muso Lungo del LungoBascio che quella sera sarebbe stato abbandonato al babysitteraggio dei Perosauri (o viceversa).
Prima di uscire mappatura mentale della strada da seguire e pitstop prevoyage. Scopro di avere il ciclo in anticipo e ne sono strafelice dato che così nei giorni successivi potremo fare i riccipazzi e fare i riccipazzi anche al mare, sotto le stelle, per strada e sulla luna nel caso. Comunico la lieta novella al mio UomodeiMieiSogni che sorride e immagina riccipazzi un pò dappertutto.
La serata è bellissima, Roccerosse e luna, paesaggi argentati di stelle e canzoni. Lungo viaggio di ritorno e la sicurezza di essere felici e intontiti dalla serenità, dal nulla da fare, dalle vacanze e dall'ammore.
La mattina dopo il ciclo non c'è più, ma niente paura, uscivo da un periodo in cui se non mi erano caduti i capelli era stato un miracolo!
Due giorni dopo il ciclo non c'è più ma ci sono tutti i sintomi ... ma un pò meno sicurezza.
Si va al ProntoSoccorso giusto per stare tranquilli, in fondo non si può parlare di ritardo, mancano ancora due giorni alla data stabilita...
Al PS (dal giorno e fino all'eternità sigla che indica Poco Sicuri-di-cosa-succede) la visita ginecologica (tutto ok, l'endometrio è inspessito e l'ovaio dx è pronto per l'ovulazione!), l'ecografia (tutto tranquillo, non ci sono segni di una gravidanza in corso ...) e un consiglio : se dovesse avere un ritardo provi a fare il test di gravidanza. Mentre me ne vado rassicurata dal medico sul fatto di non essere incinta scopro che il mio corpo era davvero moooolto stressato, tanto che per la prima volta nella mia vita ho avuto episodi di spotting. Mah vai a capire.
Il giorno dopo sono tranquilla e aspetto, quello dopo ancora sono tranquilla e aspetto ancora, quello dopodopo arriva una delle persone più speciali che conosco. Che conosco da una vita e che mi dice di aver paura di essere incinta. E io macché! stai tranquilla, guarda a me è successo questo e questo, vedrai che sei stressata anche tu e dai tempo al tuo corpo di stare bene etc.etc.
Nel frattempo l'OrsoMarso mi fa notare che ho delle tette da sballo.
Fico sto ciclo, ma strana la sensazione. E come mi commuovo per delle sciocchezze poi! Eh sì sto proprio scaricando tutto lo stress che avevo accumulato!
Due giorni dopo, ancora nulla di nuovo sul fronte inferiore. Si va in città e si compra un test.
Si torna a casa e si fa il test.
C'è chi ha detto "machedavvero?", c'è chi è saltato al collo del compagno,marito quello che è. C'è chi come il Pescetto e l'OrsoMArso ha tradotto quel momento in un'unica espressione di sgomento:- Oh CAZZO. Espressione che è rimasta la sola parola pronunciata ad oltranza per la mezzora successiva, alternativamente da entrambi i protagonisti. Forse l'ha pensata anche il LungoBascio.
Insomma, sono due lineette chiare, decise, apparse in un picosecondo sul primo stick.
Ci siamo seduti davanti a due Ichnusa, sotto il portico della veranda. Alle 15 e 30 del 22 agosto. Sole, api che ronzavano. Sguardi al limite della disperazione negli occhi di entrambi.
E chilometri di sigarette fumate senza riuscire a trovare le parole da aggiungere a quella espressione.
A me veniva solo da ridere, ridere da matti, per l'isteria, per la sorpresa, perché in fondo ero sicura che non fosse vero. Ma allo stesso tempo SAPEVO che era vero.
L'OrsoMarso, già bianco di suo era un cencio sotto l'abbronzatura.
e la domanda da diecimilionididollarituttaunaparola.

COSA FACCIAMO?

C'è poco da dire. Da fare. Da pensare.

Non possiamo.
Non siamo pronti (e come lo capisci che lo sei se è una cosa che sarà nuova anche quando succederà?).
Non ce lo possiamo permettere (verissimo).

E cominciano le lacrime dentro e una telefonata alla sorella dell'Orso che fa l'infermiera.
OrsoMarso:- E' successa una cosa, Sorella, una cosa un pò una pezza: IlPescetto è incinta!
Sorella:- E cos'è una brutta notizia?
OM:- Fai tu. non possiamo tenerlo.
S:- Ci avete pensato?

Evabbé oltre anoi due solo l'AmicaCio e la Sorella sanno.
Noi vaghiamo nel più confuso dei momenti e faccaimo cose stupide che non hanno senso.
In compenso nulla cambia nelle nostre abitudini malsane.
In compenso ci avviciniamo e ci amiamo un pò di più. Ci promettiamo tante cose. Ma tassativamente non facciamo progetti, non ci abbandoniamo alla tristezza o alla disperazione. Ci giuriamo che sarà un evento che ci dovrà far crescere. Essere meno superficiali. E che sarà qualcosa che non useremo mai l'uno contro l'altro.

Io però sono abbastanza incinta e il mio pancino piatto è già meno piatto.
Le mie tette sono davvero da sballo e il mio umore è ricciopazzo.
In compenso sono uno straccio. No nausea e no disturbi del sonno. Ma debolezza all'ennesima potenza.

Torniamo dalla vacanze e accogliamo a casa per la prima volta i genitori dell'OrsoMarso. Giornata bella, siamo felici e un pò ubriachi (tutti). Ci dimentichiamo per un giorno pensieri e fisico debole.
Il giorno dopo vado dal doc. Vede le mie analisi e mi chiede cosa vorrei fare.
Non possiamo tenerlo.
Impegnativa per visita gincologica e consiglio:- Con queste analisi qui devi stare a riposo. Non andare a lavoro. Non in poltrona, a letto!Comunque voglia gestire la cosa!

Consultorio, stessa mattina. Dovrei essere incinta di 1 mese e mezzo. Visita ginecologica fissata per la settimana dopo con analisi delle Beta.
Il giorno dopo devo tornare al lavoro dalla ferie. Vado prima a fare le Beta che sono piuttosto alte. Per una che non doveva essere incinta secondo i medici del PS dieci giorni prima.
Vuol dire che son partita per le vacanze incinta, che ero incinta per il compleanno dell'OrsoMArso, che ero incinta mentre lavoravo come una schiava a luglio e che la mia calma era dovuta agli ormoni, così come le tette da sballo.
Al Lavoro giorno uno.
che bello tornare dalle vacanze!
Al lavoro giorno due.
Svengo. Non va bene. Battute sul non sarai mica incinta! risate e scherzetti cretini da ambiente lavorativo tutto al maschile.

Al lavoro giorno 3 non ci vado.
Al lavoro giorno 4 sono un cencio. Un salivazione incredibilmente abbondante e l'attesa di tornare a casa e svenire sul letto per la debolezza.

Consultorio parte seconda.
Interno ufficio assistente Asociale.
Fuori diluvia. Sono lì perché ho già deciso e la pochezza delle sue domande mi fa venire dei dubbi. Ho 31 anni. Un lavoro. Un compagno. Possibile che tu non mi voglia convincere che ci sono altre posssibilità? Suggeriscimi qualcosa...inventatelo perdinci! No, perché all'assistente Asociale quello che le hanno insegnato è che per me ha già pronti due fogli. Il primo mi dice quando e dove abortirò. Il secondo mi dice che dopo un mese sarò nuovamente lì a raccontare a una psicologa i cosi miei.
Interno studio ginecologa del consultorio.
La dottoressa mi tratta da idiota perché non prendo la pillola. Ironizza sull'uso del preservativo e mi visita con l'anello al dito.
Firma il mio certificato con l'autorizzazione all'IVG e non mi dice nè A né BAH.
Richiamo la sua attenzione sull'analisi delle BETA fatta quella mattina. Sarebbero dovute essere tre volte il valore della settimana prima, minimo.
Risposta:- Eh sì ho visto che sono un pò bassine. Magari la gravidanza è a rischio.
Magari vai a faredovenonbatteilsol cara dottoressa che fuma in studio e non mi tratti da idiota perché non prendo la pillola.
il 18 ho appuntamento al reparto ginecologia per le analisi, l'ecografia e l'incontro con l'anestesista.
Nel frattempo posso solo far passare i giorni e pensare.
Pensare che forse non è vero che non lo possiamo tenere.
Sono giorni in cui con l'OrsoMArso siamo vicini come mai prima.
Vorrei dirgli che almeno per un minuto questo micropancino che comincia a farsi vedere lo possiamo coccolare. Che sto male e che son debole com emai prima. Che non ho voglia di mangiare e non sono in grado di tenere il LungoBascio al guinzaglio. Sono giorni di sbrocchi ormonali e di sguardi in cui ci diciamo che quando succederà sarà bello. Quando potremo farlo sarà la cosa più bella del mondo. Sono giorni n cui ridiamo di sbrocchi ormonali e facciamo l'amore. Ma sono anche giorni in cui quando otrno da lavoro muoio sul letto e sono un cencio.
Sono grigia e faccio fatica a riconoscermi per come sono.
Sono giorni in cui si piange e ci si vede superficiali.
Giorni in cui mi dico che se fossi stata sola avrei potuto permettermelo. E non avrei avuto paura.
Poi una sera vado a casa di una carissima amica. Lei è speciale. In lei c'è qualcosa di magico che sa di destino.
Infatti mantre eravamo lontane lei stava in congo a far nascere il mondo. Ha riportato una scultura di un pancione dal congo. Mi h aportato dei bellissimi orecchini fatti col vetro riciclato.
Appena mi vede mi dice chiaro e tondo che sono bellissima, sarò mica incinta?(stavo in casa sua da ter secondi netti...) sì sono incinta. Lei ride come una matta. Non sto scherzando Rose, sono incinta davvero.
Lo sapeva lei. Se l'era sognato.
Siamo donne. Anzi, io mi scopro finalmente donna adesso, in quel momento.
Parliamo una sera intera. Di decisioni. Addossando le colpe a chi le ha e prendendoci la responsabilità delle nostre azioni.
Sono DONNA.
Si è chiuso il periodo in cui ero una ragazza.
Sono Donna nel momento in cui le dico che sono incinta.
E parliamo come fanno le donne come noi due. Donne che rinunciano alle cose, che le desiderano, che vivono anche i rimpianti come esperienze positive perché originati da avvenimenti che hanno fatto cambiare.
Vado a casa portandomi dietro per la prima volta la sensazione di essere stata trattata come una donna. Una donna che aspetta un bambino. A cui sta rinunciando.

Ci sono state delle notti in quel periodo in cui non ho potuto dormire per la tristezza. Notti passate a chiedermi se ci fossero delle alternative plausibili. Possibili.

Ho scoperto il coraggio di altre persone e il dolore di altre che avevano fatto la stessa mia scelta. O che non l'avevano fatta.
In tutto questo dall'esterno mi arrivavano segnali in cui i bambini erano protagonisti.
Scoprivo di coppie che frequento che non possono avere bambini.
Tenevo nel cassetto della scrivania in ufficio il miele che portiamo in montagna contro i cali di zucchero.
Inventavo di un intervento chirurgico che dovevo fare.
Guardavo i miei colleghi maschi adulti col terrore che potessero accorgersi di qualcosa.
Covavo bugie con chiunque pur di non far sapere che ero incinta.

Poi arriva il 18. Aba al reparto ginecologia. Siamo in tante e ci stiamo tutta una giornata.
Poi arriva il mio turno. Analisi del sangue. Impegnativa per ecografia. Ticket non si paga ma si fa la fila. Altre donne con me. ALcune ragazzine. Nessuna particolarmente allegra o triste. I casi disperati: ragazza cicciona di 15 anni e genitori che la convincono ad abortire. Lei è convinta che sia un omicidio. Loro di farela cosa giusta.

Ecografia. La doc. mi guarda e mi dice:- Ma lei è qui per l'interruzione di gravidanza?
Sì.
Ma non c'è più niente qui.
Chiedo di far chiamare l'OrsoMArso. Entra. Lui vede l'immagine dell'ecografia. Un "cosetto". MA non c'è battito. Io non vedo il Cosetto ma sento il silenzio gracchiante del suo non battito. Della sua non più esistenza.
Era di sabato. Avevo abortito all'inizio del mese, probabilmente il giorno in cui ero svenuta al lavoro. Avevo abortito alla 10a settimana. quindi ero incinta da più di due mesi prima di abortire. Ho vissuto almeno 2 settimane con qualcosa che aveva smesso di crescere dentro di me.
Stavo male perché le cose non andavano come avrebbero dovuto.
Mentre mi dicevano che il lunedì avrei fatto il raschiamento pensavo che il destino si era vendicato. Stavo cercando di dargli uno schiaffo e me l'aveva dato lui. Di quelli da girare la testa sul collo.
L'OrsoMArso da allora ha smesso di comunicare.
Io mi sono messa a sognare ed immaginare di come sarebbe potuto essere.
Ho fatto il raschiamento.
Sono rimasta 15 giorni a vagare nel buio, nella solitudine. E fa melodramma dire queste cose. Ma io ero davvero sola. Lui non mi parlava di ciò che sentiva. io ero sotto medicinali che non facevano che aumentare il dolore fisico per fare sì che in futuro il mio utero sarebbe stato pulito, pronto.
La notte in cui sono uscita dall'ospedale ho staccato la spina con la realtà e ho celebrato a modo mio la perdita. Perdita non solo del bambino, anche se so che ancora non lo era e che non lo potevo fare. Perdita della possibilità di scegliere. Perdita del controllo sul mio corpo. E sulle mie reazioni.
Perdita della complicità con l'uomo che amo. Perdita della sua vicinanza. Per lui era un capitolo doloroso da chiudere il prima possibile. Era una cosa sbagliata che non doveva succedere a noi due. Una cosa sulla quale non ritornare, di cui non parlare. e io ho vissuto la vergogna di scoprire che in fondo lo volevo, che mi dispiaceva da fare male al cuore negli anni a venire. Che avevo vergogna di dire a me stessa che mi ero meritata quello che stavo vivendo. Che avrei dovuto smettere di fumare e di bere. Che era stata colpa mia se era andata così. E anche le parole del medico che mi diceva che alla prima gravidanza succede spessissimo. Che sarebbe arrivato di nuovo il momento giusto. Che con calma ci avrei potuto riprovare fra qualche mese.Suonavano come le parole giuste per ciò che provavo in quei momenti.
Chissà se se l'ecografia quella mattina fosse andata in modo diverso, se fossi stata ancora incinta, chissà se la mattina in cui era programmata l'IVG l'avrei fatta davvero.
Io ora credo di no. Per come è stato disperante sapere che non potevo davvero tenerlo, perché non c'era più.
E ho fatto di nascosto cose che ora trovo penose da raccontare. E le ho fatte da sola. Perché lui non ne voleva parlare. Non voleva sapere che io vivevo anche quelle cose, sensazioni, emozioni. Più o meno ancora pilotate dagli ormoni.
Ho immaginato di nascosto uno scorrere diverso degli avvenimenti. Non ho fatto quello che dicono che si dovrebbe fare, cose come dare un nome, decidere se sarebbe stato maschio o femmina. Per pudore non me lo sono potuto immaginare come sarebbe stato. MA ho immaginato cosa avrei potuto fare per lui (lui o lei, lui, esserino nuovo). Coma avrei potuto rendere bello, gentile, il suo ingresso nel mondo. Come avrei potuto guardarmi da fuori con lui. Noi tre. Io, lui e il LungoBascio. Non volevo che le cose andassero così.
Non volevo che le cose andassero così. Avrei potuto scegliere e pagare le conseguenza della scelta, quale che fosse stata.
Ma così no. Così mi ha fatto male. E anche quando siamo riusciti a riguardarci negli occhi con l'OrsoMArso è stato per scoprire che ci eravamo allontanati. E che lui non aveva voluto condividere con me il dolore e che forse io avevo preteso che lo facesse. Ma non vedevo altre soluzioni, giuro. Era qualcosa che comunque ci riguardava entrambi. E perché dovevo nascondermi per provare certe emozioni?Perché dovevo nascondere alla persona che amo con tutta me stessa quello che stava generando dentro me qualcosa che avevamo fatto insieme, per amore, per come siamo noidue, e che invece era cambiato all'improvviso senza che nessuno di noi due lo desiderasse. Ho capito che alla fine incinta stavo bene. Ero felice di esserlo. Nonostante tutto. Da sola ho capito come sarei stata madre. Da sola.
Da sola mi sono immaginata che avrei potuto soltanto crescere anche io. Insieme a lui. Ora da sola capisco che stavo solo salutando questo bambino che ha deciso che non voluto , non cercato, non desiderato non sarebbe arrivato.
Lo salutavo cercando per lui delle cose belle, cercando di trattenere nella memoria un futuro inventato, fatto di cose come questa culla, di tenerezze per cercare di stargli il più vicino possibile, di scelte quotidiane per fare sì fin dall'inizio che potesse scoprire quanto possa essere bello vivere, con suo padre, con il LungoBascio, con le persone che ci amano.

Oggi mi accorgo che ho fatto la cosa giusta, immaginando tutto questo.
E' nei gesti che compiamo che si traducono i nostri sentimenti.
Io ne ho commessi di sbagliati, prendendomi cura di lui quando era già troppo tardi.
E adesso, con la pioggia che sta affogando questo ponte di Santi, Morti, Fine settimana lontani l'acqua lava via il mio acquarello di colori solari, cupi. Lava via gli odori dell'estate più forte che la vita mi abbia regalato.
Sono grata di tutto questo, comunque.
Ne sono uscita in piedi. Me ne accorgo perché la prospettiva adesso è cambiata.
Ho la testa alta, di nuovo, finalmente e guardo avanti.
Volto pagina e ricomincio.
Con l'uomo che amo, di cui ora conosco anche i lati deboli.
Con la sicurezza che sono diversa, in meglio.
Che sono riuscita a farcela anche da sola.
Che se ho bisogno del suo aiuto lui ci sarà.
Nonostante tutto mi fido di lui e delle mie forze.
Nonostante tutto senza lui, l'UomodeimieiSogni, tutto questo, non sarei riuscita a farlo da sola.
Mi ricordo di come è cominciato, con il suo regalo, e ora faccio un regalo a me:
rispettare questo mio essere nuova, diversa, nuova.