sabato 30 aprile 2011

bolla 78 ... to my beautiful friend ...

 
Continuo a creare. La mia biutiful frienda mi ha chiesto una cosa primaverile ... speriamo le piaccia!
Il procedimento è semplice e ... più o meno indolore ... tutto sta nelle rifiniture. Questo pomeriggio ultimi ritocchini e poi pacchettino regalo!
L'interno è verde con una piccola tasca  a fiori e un piccolo occhiello, fatto con una passamaneria deliziosa che ho trovato vicino casa, per le chiavi.


giovedì 28 aprile 2011

Fare in tempo a cenare...

... prima di vedere le immagini del ristorante dove hai cenato meno di due settimane fa fatto a brandelli.
e pensare che è doloroso, che non c'è modo di fermare certe cose.
pensare che menomale in genere non frequenti posti per turisti.
ma ogni volta attraversi mille volte quella piazza, su e giù.
che ci sono gli uffici nei quali hai passato metà della tua ultima missione accanto a quel posto.
Pensare che non è giusto.
non è giusto.
Io marrakech la voglio continuare a vivere.
senza paura.
non è giusto.
.

giovedì 21 aprile 2011

Bolla 77 ... Energia alternativa ...

E' quella che mi porterà a votare al referendum di giugno.
Perché non posso credere che questo branco di ingorde sanguisughe ci voglia fottere così...
facendo finta che siccome ci tolgono il nucleare dai quesiti del prossimo referendum possiamo andarcene al mare e fregarcene di
ACQUA PUBBLICA, BENE COMUNE
&
LEGITTIMO IMPEDIMENTO

E voterò SI a tutti e tre...

mercoledì 20 aprile 2011

Bolla 76 ... nuove creazioni

Ecco la borsa per la mamma OrsaMarsa


e poi il porta ferri da calza per la Nonna OrsaMarsa



Mi pare che per sdebitarmi del regalo che mi hanno fatto dandomi la macchina da cucire sia sufficiente!!!
E poi dai, che gusto scoprire che ogni giorno miglioro!

martedì 19 aprile 2011

Bolla 75 ... Mangiare la neve ...

Vuol dire essere riusciti a ritagliare un giorno per noi due, anzi per noi tre. Pescetto, OrsoMarso e Lungobascio.
Vuol dire essere riusciti a tirare fuori finalmente davvero tutto quello che era rimasto nascosto nelle pieghe del cuore.
Trovarsi soli, immersi nel nulla. Col ruomore del vento e basta a 2.000 metri quasi. Vedere che quassù la primavera non è arrivata ma sentire che qualcosa sta per esplodere. Sentirla dormire e sapere di essere capaci di aspettarla. Preparare il suo arrivo cercando di capire cosa l'ha fermata finora.
Ritrovarci, riguardarci felici.
Esplodere in gesti buffi, goffi, liberatori. Perdere il fiato correndo controvento.
Giocare. Sentire il sole riflesso sulla neve bruciare la pelle. Coprirsi gli occhi. Ascoltare il cuore.
Abbiamo dovuto fuggire lontano per ritrovarci vicini.
Mangiare la neve, berla per sapere che vivere ci piace ancora, insieme.
E così, aspettando aspettando, ritrovo i tuoi occhi azzurri di cielo. Ti guardo di nuovo come se fossi il mio eroe. Non la persona che mi ha lasciata sola. Ritrovi la donna a cui essere fedele. Non quella che ti avrebbe lasciato fuori dalla sua vita.
Incontrarti è sempre stata una sorpresa. Era questo che mi faceva battere il cuore. Potermi girare e scoprire con occhi nuovi che sei accanto, che siamo ancora vicini col cuore è stato ancora più bello.
Domani parti e so già che la tua assenza non sarà discreta. Non può passare inosservata.
Continuo ad avere bisogno di respirarti e di farmi succhiare via il cuore.


giovedì 14 aprile 2011

Bolla 74 ... aspettando...

Cara nonna.
Aspetto e metto la testa sotto la sabbia.
Mi accorgo di farlo quando smetto di aspettare e penso a ciò che vorrei/non vorrei sapere.
Ci sono giorni in cui vorrei che quella maledetta cartella clinica arrivasse. Altri in cui spero di non sapere se c'è qualcosa di brutto da sapere.
Mi comporto da vigliacca, io che vigliacca non sono.
In compenso faccio cose che mi fanno piacere e che sanno in qualche modo di "Epifania". Non so come andrà a finire, se quell'incontro ci sarà.
Ma mi è sembrato un pò un segno. In questo momento in cui cerco in ogni modo di ritornare a Vivere, a Respirare, a Dare mi è arrivato un piccolo incoraggiamento.
E so che ci sei Nonna, che anche se sono anni che la brillantina linetti la tengo chiusa in un cassetto e che quell'odore ormai è svanito, so che ci sei. Che a guardare bene intorno ci si accorge davvero dei piccoli segni che ci vengono lasciati.
Come tornano alla memoria i ricordi. Casa tua, il frastuono del traffico che scorreva sotto. I letti alti come me da piccola. La "sala" di legno nero, con l'intarsio sardo fatta da zio Gianni. I pomeriggi passati a rotolarmi in mezzo alle migliaia di foto di visi sconosciuti, persone morte e sepolte, mai incontrate, persone partite e ritornate. Tutta la tua vita stava lì. Nella solitudine degli anni passati a guardarci crescere, a ripermi che ero sa netta rua, la prima, a scovare in ogni tiretto (non cassetto, tiretto!) a correre per tutto l'andito con in testa il velo della tua prima comunione. Pomeriggi passati a scoprire le storie degli altri, della guerra, a sfogliare la storia sulle fotografie. Fotografie di bambini che ho visto solo da vecchi, dettagli di sguardi che sono comunque i nostri, quelli che ho sul viso e che avevi anche tu.
Una notte mi ricordo che ti ho chiesto, con l'ingenuità dei bambini, indifferente alla tua già grande età, se quando fossi morta saresti ritornata.
Sei tornata, non solo nel sorriso dei venti anni della foto appesa ad un muro di casa mia, ritorni con l'amore che nel parlarmi di chi era lontano me lo facevi sentire più vicino. Parte di qualcosa di comune.
E nonna, sa sposixedda, ieri ho preso coraggio e con una scoperta casuale ho riaperto un capitolo.
Il capitolo famiglia.
Fuggo dalla mia e la vado a rincorrere su internet contemporaneamente.
Ricordi riemergono alla memoria e da lontano rivivono racconti.
E posso conoscere anche l'altro punto di vista adesso. E mi sembra qualcosa di incredibile.
E bello.
Girando e rigirando qui su internet, nonna, ho trovato pezzi della nostra famiglia.

E non avevo capito che era da mesi che mi scorrevano sotto gli occhi.
Un dettaglio qui, uno spunto là.
E poi ieri finalmente una specie di rivelazione.
E sai cosa ho scoperto nonna?Che quei pomeriggi erano un tesoro prezioso.
Che se mai diventerò nonna lo vorrei fare anche io, di acchiappare mia nipote e stregarla con i racconti.
Ma mica inventati. Come facevi tu, i racconti sono le storie delle vite di chi ci sta vicino. Anche se per poche gocce di sangue comune.
E' così strano. Io mi porto dietro una cassetta, nella mente. E trovo un'angoliera dello stesso legno. delle stesse mani.
Mi porto dietro l'immagine di un bambino vestito da pierrot e lo ritrovo qui fra le pagine di un luogo che in realtà non esiste.
Uffa nonna, davvero, a volte è atroce sentire la tua assenza nel telefono, nella voce che non sentiremo più, nel tuo profumo.
Puff...mi credi vero se ti dico che negli ultimi tempi avrei davvero avuto bisogno che tu ci fossi ancora?
Perché c'è un groppo dentro che non va via. Non si scioglie. E' fatto dei rimorsi. Di non averti potuta salutare. Di non aver avuto il coraggio per essere felice da subito quando son rimasta incinta.Per te la lontananza era la cosa peggiore che ci potesse succedere. Avevi ragione.Anche se, se fossi rimasta lì, non avrei vissuto quello che saresti stata felice di vedermi vivere.
Paesi nuovi.
Lingue nuove.
Odori a non finire.
Stranezze da circo di quelle che te la saresti fatta sotto dalle risate e avresti detto fra le lacrime: - Smettila smettila che me la faccio addosso!M'asi fattu morri e ssa risus!
Sai cosa mi piace da matti?
Che ci siamo proprio divertite.
Ti adoro, ti penso ogni tanto. Ti porto dentro. Nei denti del mio sorriso. Nei capelli e nella fronte.
Nei malumori improvvisi così tuoi. In certi lati di me che fanno in modo che mia madre mi detesti come ha volte ha detestato te.
Giro scalza e non c'è volta in cui la pelle tocca il freddo del pavimento in cui la mia mente non formuli quelle parole:- Scurza sesi! Poi ti vengono i dolori!

Ma come siamo strani ad emozionarci così.
Ma che bello anche.
E dico anche, ma ti ricordi delle buganville?e di quando ti abbiamo ricoperta di fiori e hai dovuto cercare di rimettere tutti i capelli dentro le trecce? Le tue forcine. Quando le vedo al mercato o in profumeria mi sembrano passati milioni di anni. Mi farei ricrescere i capelli solo perché avevo finalmente imparato ad usarle.
Ma ti immagini?
Ciao sa sposa, controlla da lassù se ci sono aggiornamente po praxeri. E fai in modo che ci siano dai!
Baci a valanghe

martedì 12 aprile 2011

Bolla 73 ... sorry ...

Chiedo ufficialmente scusa a tutto il vicinato.
Non lo faccio più. Giurin giurello.
Promesso promessissimo.
Non la metto più la pizza ancora dentro il cartone a scaldare nel forno e poi me la dimentico mentre aggiorno sul merdavelox il blog e il condominio chiama i pompieri perché dalla cucina esce una fitterrima colonna di fumo.
Giurin giurello.

Bolla 72 ... il MERDAVELOX ...

L'esistenza felice del LungoBascio ci permette minimo due o tre volte al giorno di frequentare ameni parchetti erbosi, soleggiati o ombrosi a seconda delle stagioni, popolati o meno a seconda dell'attività riproduttiva esercitata dai 9 mesi ai 6-7 anni precendenti la data odierna dagli abitanti del nostro quartiere.
Questa mattina, attanagliata da un mal di schiena di intensità epica (Lombiade?...Lombissea?...Lombeide?La spada di Lombannara? fate voi...), alle 7 e 30 di questo soleggiato mattino ho portato il Trattore in giro.
Il LungoBardo, LungoBascio, LungoeBasta, LungoeBasso che dir si voglia produce a manovella la bellezza di minimo sei cacconi giornalieri che suddivisi per un metro e venti di lunghezza danno il puzzolente risultato di circa 20cm a botta fumante (fumi sempre della stessa irrespirabile intensità).
Il suddetto LungoBash da qui in poi soprannominato LungoBush (e presto sarà chiaro il perché) adora scacazzare nell'erba. Nell'erba ALTA.
Più è alta più da gusto si sa.
Garantisce quel minimo di privacy che non fa perdere la concentrazione nella spinta.
Permette di sfogliare gli odori delle altrui pipì come le pagine dell'espresso, con quel minimo di nonchalance che ti rilassa e ti stimola.
Permette altresì al Pescetto di vivere per pochi momenti l'ebrezza dell'esploratore in terra vergine, circondato dal verde impenetrabile e odoroso di sottobosco urbano.
E come in una vergine selva, la bestia è lì in agguato, fra gli sterpi, silenziosa e immobile perché lei sa aspettare la sua vittima.
E la preda poveretta intuisce qualcosa, il suo istinto le dice che la sventura sta per abbattersi su di lei. Ma non sa. Non sa da che direzione, con quale impeto e puzza selvaggia l'attacco arriverà.
Poi tutto succede in un attimo. 
Mentre il Pescetto si china a ramazzare l'esalante prodotto dello sforzo sfinterico del LungoBush - mano nella bustina (decorazione a scelta cuoricini, righe, leopardo, surgelatore), sciarpa che pericolosamente si scioglie proprio in quel momento, guinzaglio teso allo spasmo perché si sa è sempre meglio allontanarsi in fretta dal luogo del delitto - la pesta.
Ed è sempre grossa, schifosa e puzzolerrima.
La merda di un altro cane.
Ora, io dico, sarà il caso di mettere fra le frasche urbane dei MERDAVELOX che fotografino e diano il via all'iter punitivo destinato a redimere gli abbandonatori di merde di cane?


Sarà il caso di appostarsi come esperti ornitologi sull'ulivo che sovrasta l'area merda con obiettivi diurni e notturni?
Perché io certe domande me le faccio...
Se gli amichetti della cricca del LungoBardo sono circa una 15ina e tutti di dimensioni medio grandi qui la notte girano dei Tirannocanis Rex. Perchè al mattino la selvetta è infestata da torte che manco le mucche svizzere possono sfornare.
E quindi indirò la petizione.
Merdavelox alla piazzetta o scatta la ronda.
E so anche in che orari organizzarmi. E so pure chi sono (più o meno), perché le fattispecie di padroni di emme sono varie, ma i comportamenti tipici sono facilemnte individuabili e in presenza si possono attuare piccole strategie.
C'è il Cagone Telefonico: passa minimo mezzora al cellulare RIGOROSAMENTE voltato di spalle al proprio cane che libero e felice regala sorprese che manco nell'uovo Bambinen gigante ci starebbero. Con aria serena racconta i cazzi suoi all'altro capo del telefono e poi fa un gesto di richiamo e si allontana senza aver smesso di ciarlare. 
Tecnica difensiva: Urlare vicino vicino al telefonico Hey signore, lei al telefono!IL SUO CANE STA CAGANDO!
C'è il Cagone Lettore, regista teatrale in genere: preso dall'avvincente trama della sua sceneggiatura sbracato sulla panchina ignora di avere un cane. Arrivano separati, magari da due entrate diverse del parco. Per non riconoscerne la paternità l'individuo allontana il prprio cane che invece ha voglia di giocare proprio con lui! Col suo padrone!
Tecnica difensiva: Sedersi accanto a lui sulla panchina e guardando intensamente il libello (che poi dentro una volta o l'altra c'ha un fumetto!) dirgli:- Smetta di leggere che il suo cane ha bisogno di lei. Ma non è il mio cane! Allora che si fa aspettiamo insieme qui che il padrone arrivi a ramazzare la sua merda?!
C'è il Cagone Schizzinoso Dichiarato: Segue con lo sguardo l'amatissima bestiola fino a che quella non s'imbosca nella fratta. In quel momento gira lo sguardo per parlarti, si sa i padroni di cani parlano un sacco fra loro, ma il suo sguardo lo tradisce. Non ha saputo celare il risentimento per la propria fino a quel momento amatissima bestiolina che ha tradito così volgarmente la propria animalesca natura mettendosi a cagare.E lui lo sa di essere esposto, sa che il suo cane non è manco abbastanza intelligente da essersi imboscato per bene.Ma finge, parla del tempo, di quando gli ha fatto il bagnetto.
Tecnica difensiva: Guardi, non si distragga, il suo cane sta cagando proprio lì. No, signore, non lì, proprio dove sta il suo cane, un poco sotto.
Complimenti che roba per questa taglia media!
C'è il Caghetto Vecchietto Maledetto: arriva saltellante alla piazzetta, fresco come una rosa, pipa o sigaretta. Spesso porta il cappello e il gilet. Possiede una bestiolina orrida e rognosa (nel senso che si appiccica con tutti gli altri cani). ED E' RIGOROSAMENTE PRIVO DI BUSTINE. Ti attacca la pippa da subito, perché sei bella giovane e carina e hai l'aria educata da brava signorina. Gonfia pure un oco il petto se siamo d'estate e la tua femminilità è ben esposta. Poi, quando il rognoso s'infratta, la trasformazione. L'arzillo Vecchietto Maledetto diventa per incanto la versione pretombale di Gandalf il grigio. S'incurva. Si rattrappisce tutto. Se è bravo ti poggia pure la mano sul braccio e mormora che si sente mancare.
Tecnica difensiva: Ma no, su su su, non faccia così, sta solo facendo la cacca. Mica se sta a morì. Ecco guardi, se non le ha con sé le do io una bustina. Siii certo che l'aiuterei a cercarla. Ma il mio cane la fa proprio ora e devo andare a raccoglierla. Si iù al bidone Vecchietto Maledetto!

In effetti ce ne sono molti altri, con alcuni ho parlato proprio della cosa, in modo diretto. Altri quando ci vedono, noi ramazzatori di cacche, cambiano giro.
Resta solo da punire i notturni o i super mattinieri.
Ma sappiate, voi che decorate marciapiedi e spazi urbani con le aerografie e le sculture culesche dei vostri cani, per voi c'è un augurio speciale:

E che diamine!


venerdì 8 aprile 2011

Bolla 71 ... un posto nel mondo

Ogni volta che torno la sensazione è sempre la stessa.
Torno a casa, con la felicità che dà il ritorno agli odori, le sensazioni, i colori e i suoni che si amano perché sono quelli della quotidianità. Quelli dei quali si è scelto di circondarsi.
Ma nel cuore resta sempre la sensazione di esere nel posto sbagliato. In quello in cui manca sempre una parte di me. 

Essere di nuovo a casa è bello, è meraviglioso. Ma si può convivere con l'idea del non essere completi negli anni che verranno se ci si fermasse qui?

Gli ultimi giorni sono stati faticosi, come sempre. E come sempre quando parto sono stati un tour de force. In cui ogni giorno ero io ed io sola a confrantarmi con me stessa. A spingermi oltre. A raggiungere traguardi che mi fanno sentire piena. Non piena di me, ma felice, serena, soddisfatta di aver messo un altro tassello dietro gli altri che piano piano completa me stessa. Mi svela i miei limiti e li spinge oltre.
Ed io in questi ultimi giorni, come sempre, sono stata davvero me stessa. Sono i momenti in cui mi conosco meglio, mi vado a fondo.
Io in certi posti è come se non fossi fuori luogo, è come se facessero parte della mia memoria. E percorrendoli, immergendomi nei loro odori e nei loro suoni, negli sguardi, ricompongo il puzzle della persona che sono, che sono stata. Non so fino a che punto credere nell'esistenza di vite passate, ma è così, ci sono luoghi che ho dentro, nonostante i km di distanza a cui sono nata.
Ci sono odori che so di non aver sentito nella mia vita vissuta finora ma che appena arrivano alle narici ti richiamano ricordi che sai di non poter aver vissuto nella vita reale. Il tannino per la concia delle pelli, l'odore nauseabondo della pelle messa a bollire mescolato con quello degli asini che ti trottano accando. E i loro strilli di fatica. Le voci degli uomini che sembrano provenire dalle bolgie più fumose.

Ci sono fotografie che hai nella mente ma che sai di non aver mai veduto prima.

Ci sono sguardi che conosci o gesti che sono naturali soprattutto se vissuti proprio lì dove li incontri la prima volta nella vita.





E come fai a tornare alla normalità ogni volta, ogni volta con questa sensazione dentro e sentire che il tuo posto è anche lì e non poter stare solo lì? Sentirti incompleta. Come se le poche ore di volo ti riportassero indietro di qualcuno dei pezzi del puzzle mentre tu vorresti andare avanti?
Perché mi sento trattenuta quando sto qui? E non quando mi ritrovo immersa in quello squallore?
Come si fa a trovare il proprio posto nel mondo? Quello in cui convive quello che sei stato, ciò che sei e quello che diventerai?

sabato 2 aprile 2011

Bolla 70 ... Si può fare!

Ribaltare da cima a fondo per pulirla la camera da letto.
Pulire da cima a fondo il bagno.
Portare fuori il cane per un'ora al mattino.
Fare e stendere 5 lavatrici in una mattina.
Pulire la camera della propria sorella (vetri inclusi) visto che lei vive a Siena e il prossimo finesettimana viene qui con un'amica/collega.
Pulire il Perosauro superstite.
Aggiustare e sistemare calzini.
Buttare la spazzatura differenziandola in 6 diversi sacchetti (per scoprire che un certo cassonetto durante la scorsa notte è sparito...mah!).
Fare 4 viaggi per la spazzatura.
Pulire il soggiorno e rimettere a posto i libri (da sotto la polvere in cui giacevano da mesi).
Pensare che ne hai le palle piene.
Pulire il corridoio e la porta d'ingresso...passandoci l'olio per il legno e lucidando la manopolona).
Spolverre tutta casa.
Minacciare telefonicamente il proprio compagno di lasciarlo.
Avviare la valigia per la partenza alle 4 del mattino di lunedì.
Verificare tutti i documenti di missione e i propri.
Riportare fuori il cane.
Andare dal fruttarolo a prendere la verdura per il Perosauro.
Pubblicare due post per lucidarsi un pò l'ego di brava sartina.
Tempo a disposizione: 6 h.
SI PUO FAAAAARE!!!!!!!

Ma se si è in due va meglio, di tempo ce ne metti la metà e non ti imbestialisci pensando che lunedì mattina devi partire alle 4 di notte e andare a lavorare in un altro paese a 40 gradi all'ombra per una settimana, mentre il tuo amato compagno oggi va a "lavorare" aggratis e per un suo amico (ma invece sta provando i suoi giocattoli nuovi e ieri notte è tornato ubriaco come una merda e stamane si è alzato per andare via che manco se glilo avessi chiesto in ginocchio l'avrebbe fatto durante la settimana) e la notte scorsa ti ha pure smarronato i cabasisi dicendoti che le sue giornate son vuote.

Io a volte la convivenza la odio.

PS: restano da fare ceretta gambe e baffi, sopracciglia destra e sinistra, doccia con scrub e allisciamento capelli, valigia, spesa, cane almeno un'altra volta, pulizia di orecchie di cane, ritirare la biancheria delle sei lavatrici e riordinarla, non uccidere, il tutto secondo un ordine sparso e vario, ma credo che la doccia sarà l'ultima cosa della giornata. Ah dimenticavo uscire a cercare delle ballerine estive che avevo dimenticato di aver eliminato lo scorso cambio stagione e non sapere con quali soldi pagarle
...mi vendo dududù....
PS2: nelle 6 ore di cui sopra è inclusa la pulizia della cucina piatti di due giorni included....

Bolla 69 ... Finita!

Ce l'ho fatta, con una vecchia cintura in similpelle ho aggiunto i manici...
Posso dire che il mio secondo lavoro può dirsi finito e rifinito.
Yuppi!

venerdì 1 aprile 2011

Bolla 68 ... REFERENDUM: perché nessuno ce ne parla?

Bonjour...
Un sondaggio di Ipr Marketing per Repubblica rivela che, a meno di tre mesi dalla chiamata alle urne, solo tre italiani su quattro (74%) sanno che ci sarà un referendum a giugno e che appena il 7 per cento conosce i quesiti. Responsabilità di questa ignoranza ovviamente è dei media che hanno deciso di parlarne il meno possibile: un muro di silenzio abbattuto in parte solo dalle incursioni nei talk show politici da parte di Antonino di Pietro, presentatore di due dei quattro quesiti referendari, e dalle provocazioni di Adriano Celentano, autore di una lettera al Corriere della Sera e di un video inviato alla trasmissione Annozero. Ovviamente a questa mancanza dei mezzi di comunicazione "tradizionali" sopperisce la rete. Di seguito abbiamo riportato i quattro quesiti referendari [1]; si tratta di quesiti abrogativi, per cui votando SI verrebbero eliminate le decisioni prese dal Governo e dal Parlamento, mentre votando NO si lascerebbe tutto com'è.
-I primi due quesiti, proposti per iniziativa civica da varie associazioni, riguardano l'abrogazione di alcune norme decise dal Governo riguardanti la gestione privata dell'acqua, in particolare le modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica e la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito. Se vincesse il NO e le cose restassero come sono ci sarebbe il serio rischio di vedere "privatizzata" la gestione di un bene primario per la sopravvivenza, con tutti i rischi che ciò comporta in termini di costi per i consumatori e di effettiva qualità del servizio.
-Il terzo quesito, proposto dall'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, prevede la cancellazione di circa 70 norme contenute in provvedimenti che, con il Governo Berlusconi, prevedono il rilancio del nucleare italiano.
Inutile ricordare che quelle decisioni sono state prese dal Governo ignorando completamente la consultazione referendaria del 1987 in cui gli italiani si espressero contro il ritorno delle centrale nucleari in Italia. E' interessante notare come secondo un sondaggio realizzato da Fullresearch nei giorni dell'emergenza degli impianti in Giappone (dove c'è il rischio di una nuova Chernobyl a seguito dei danni provocati dal terremoto) sette italiani su dieci sono contrari alla costruzione di centrali nucleari e, quindi, teoricamente se andassero a votare il 12 Giugno, voterebbero SI a questo quesito contro la   realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare. [2]
-Il quarto quesito, proposto ancora dall'Italia dei Valori, riguarda l'eliminazione della legge del 2010 riguardante il legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale. Questa legge è stata già epurata in parte dalla Consulta poiché ritenuta parzialmente incostituzionale, ma la completa cancellazione avrebbe una grande importanza politica perché, in caso di vittoria del SI, come scrive la redazione de Il Fatto Quotidiano, "il premier voluto dal popolo, che governa in nome del popolo e cerca di sfuggire alla giustizia sempre in nome del mandato popolare si ritroverebbe di fatto sfiduciato dalla maggioranza degli elettori". [3]
Com'è noto, la consultazione referendaria si svolgerà in una data diversa dalle tornate elettorali per le elezioni amministrative e gli eventuali relativi ballottaggi, ed è stato accuratamente evitata la sovrapposizione in un unico giorno, il cosiddetto election day, per decisione del Governo e del Parlamento.  Secondo Dario Franceschini, il capogruppo alla Camera del Pd, "dire no all'election day significa buttare dalla finestra 300 milioni di euro in un momento di crisi economica per le famiglie e i lavoratori. [...] Il governo ha anticipato il no alla nostra richiesta di election day unicamente per impedire che il referendum sul legittimo impedimento raggiunga il quorum". [3]
Il "no" all'election day, va sottolineato, è arrivato dopo tre mozioni delle opposizioni, che chiedevano l'accorpamento del primo turno delle elezioni amministrative con i referendum. Nelle tre votazioni la maggioranza ha prevalso per un solo voto. Quello del radicale Marco Beltrandi, eletto con il Pd, che ha dichiarato: "Ho votato in dissenso dal Pd perché sono contrario al quorum e perché penso che l'election day sia un sotterfugio per aggirare la legge". [4] A parziale discolpa del Beltrandi, va detto che nel gruppo Pd erano assenti due deputati, due nell' Idv e otto in Futuro e Libertà. [4]
Ciò che sorprende di più è che, di questo referendum, non ne parli praticamente nessuno in TV.
Evidentemente il Governo e le forze di maggioranza non ne parlano avendo scelto la linea dell'astensione, legittima ma non eticamente corretta dal punto di vista dei principi della dialettica democratica: si tratta di una manovra che mira al mancato raggiungimento del quorum che invaliderebbe la consultazione referendaria (lasciando inalterati i provvedimenti del governo).
Una scelta che fa leva sul tipico
"menefreghismo" dell'italiano medio che preferisce un'intera giornata al mare a 5 minuti in una cabina elettorale per decidere le sorti proprie, dei suoi concittadini e forse anche dei suoi figli. L'atteggiamento della maggioranza pare dunque decisamente discutibile: si tratta di una sorta di rifiuto al confronto, tipico di chi sa che la sfida sarebbe persa, se non fosse per la decisione di abbandonare il campo della battaglia.
Sorprende però che anche le forze di opposizione si siano dimenticate, se non in rarissimi casi, di parlare apertamente del referendum, magari traendo spunto dell'emergenza nucleare giapponese: è un comportamento incomprensibile perché una larga partecipazione al referendum dimostrerebbe che gli italiani hanno a cuore le sorti del proprio paese, a differenza di quanto sembra pensare la maggioranza parlamentare, a giudicare dalla posizione astensionista.
  Il referendum è  una forma di democrazia diretta, una delle rare occasioni in cui i cittadini possono direttamente partecipare alle decisioni dello Stato, senza la mediazione di "rappresentanti" che troppo frequentemente dimenticano le ragioni dei "rappresentati".  
Per questo motivo il 12 Giugno 2011 dobbiamo votare: un mancato raggiungimento del quorum sarebbe un duro colpo per la nostra fragile democrazia.

Bolla 67 ... continuo a produrre