venerdì 8 aprile 2011

Bolla 71 ... un posto nel mondo

Ogni volta che torno la sensazione è sempre la stessa.
Torno a casa, con la felicità che dà il ritorno agli odori, le sensazioni, i colori e i suoni che si amano perché sono quelli della quotidianità. Quelli dei quali si è scelto di circondarsi.
Ma nel cuore resta sempre la sensazione di esere nel posto sbagliato. In quello in cui manca sempre una parte di me. 

Essere di nuovo a casa è bello, è meraviglioso. Ma si può convivere con l'idea del non essere completi negli anni che verranno se ci si fermasse qui?

Gli ultimi giorni sono stati faticosi, come sempre. E come sempre quando parto sono stati un tour de force. In cui ogni giorno ero io ed io sola a confrantarmi con me stessa. A spingermi oltre. A raggiungere traguardi che mi fanno sentire piena. Non piena di me, ma felice, serena, soddisfatta di aver messo un altro tassello dietro gli altri che piano piano completa me stessa. Mi svela i miei limiti e li spinge oltre.
Ed io in questi ultimi giorni, come sempre, sono stata davvero me stessa. Sono i momenti in cui mi conosco meglio, mi vado a fondo.
Io in certi posti è come se non fossi fuori luogo, è come se facessero parte della mia memoria. E percorrendoli, immergendomi nei loro odori e nei loro suoni, negli sguardi, ricompongo il puzzle della persona che sono, che sono stata. Non so fino a che punto credere nell'esistenza di vite passate, ma è così, ci sono luoghi che ho dentro, nonostante i km di distanza a cui sono nata.
Ci sono odori che so di non aver sentito nella mia vita vissuta finora ma che appena arrivano alle narici ti richiamano ricordi che sai di non poter aver vissuto nella vita reale. Il tannino per la concia delle pelli, l'odore nauseabondo della pelle messa a bollire mescolato con quello degli asini che ti trottano accando. E i loro strilli di fatica. Le voci degli uomini che sembrano provenire dalle bolgie più fumose.

Ci sono fotografie che hai nella mente ma che sai di non aver mai veduto prima.

Ci sono sguardi che conosci o gesti che sono naturali soprattutto se vissuti proprio lì dove li incontri la prima volta nella vita.





E come fai a tornare alla normalità ogni volta, ogni volta con questa sensazione dentro e sentire che il tuo posto è anche lì e non poter stare solo lì? Sentirti incompleta. Come se le poche ore di volo ti riportassero indietro di qualcuno dei pezzi del puzzle mentre tu vorresti andare avanti?
Perché mi sento trattenuta quando sto qui? E non quando mi ritrovo immersa in quello squallore?
Come si fa a trovare il proprio posto nel mondo? Quello in cui convive quello che sei stato, ciò che sei e quello che diventerai?

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