sabato 29 ottobre 2011

Bolla 142 ... il corpo non dimentica

è passato un anno e poco più di un mese.
nella memoria ci sono sensazioni di cui conservo solo il ricordo di avere provato.fuggite, con la velocità e l'impalpabilità dell'ormone che si volatilizza.
nella memoria del mio corpo invece è rimasto impresso tutto.
me ne accorgo quando provo freddo in situazioni che prima mi avrebbero vista se non sbracciata, almeno meno intabarrata.
me ne rendo conto quando il ciclo arriva ed è diverso, non da più dolore.
Me ne rendo ancora più conto quando penso che la mia vita non è cambiata di una virgola ma che sono ingrassata. e non riesco a scendere nuovamente di peso.
nelle rughe che son nate in quel periodo e nei mesi successivi sulla fronte.
e agli angoli della bocca.
e questo coprirmi di più mi fa star male.
sento i mesi che passano. li guardo e mi guardo viverli grazie alla promessa che mi sono fatta. ogni piccola cosa va vissuta. ogni singolo momento ricordato e deve diventare un tesoro.
se penso all'ultimo anno è una risalita, ne sono certa. e un allontanamento da ciò che non mi fa stare bene.
ci ripensavo nell'oscurità e nella solitudine di un hammam. coperta di sapone nero. nuda. mi son sentita avvolta e imbozzolata in ciò che ancora devo cambiare di me.
nella nebbia di quella stanza calda, seduta sul marmo freddo mi son sentita profondamente libera di poter cambiare ogni virgola. sotto il guanto che mi tirava via la pelle morta di dosso vedevo in quei riccioli di pelle tutto quello che ho allontanato. ma che mi era rimasto addosso.
 appesantendomi. zavorrandomi.
e continuo a sfrondare ancora oggi.
piano piano. ogni colpo di spazzola sui capelli corti quasi come un anno fa. ogni colpo di scopa che allontana l'ennesima muta del LungoBascio.
e tutto mi da la sensazione del tempo che scorre. che passa. in una ciclicità a cui non mi posso imporre.
che non posso contrastare. ma viverla, semplicemente, calamirci dentro.
non spingere il fiume, viaggerà comunque alla sua velocità.
tutto sta nel guadagnare l'equilibrio per poter navigare guardando i pesci sotto il pelo dell'acqua, le rive, i loro abitanti. godendo di tutto questo.

"Hai appreso anche tu quel segreto del fiume: che il tempo non esiste?". Un chiaro sorriso si diffuse sul volto di Vasudeva. "Si Siddharta" rispose.
"Ma è questo ciò che tu vuoi dire: che il fiume si trova dovunque in ogni istante, alle sorgenti e alla foce, alla cascata, al traghetto, alle rapide, nel mare, in montagna, dovunque in ogni istante, e che per lui non vi è che presente, neanche l'ombra del passato, neanche l'ombra dell'avvenire?". "Si, questo" disse Siddharta. "E quando l'ebbi appreso, allora considerai la mia vita, e vidi che è anch'essa un fiume, vidi che soltanto ombre, ma nulla di reale, separano il ragazzo Siddharta dall'uomo Siddharta e dal vecchio Siddharta. Anche le precedenti incarnazioni di Siddharta non furono un passato, e la sua morte e il suo ritorno a Brahma non sono un avvenire.
Nulla fu, nulla sarà: tutto è. Tutto ha realtà e presenza". Siddharta parlava con entusiasmo; questa rivelazione l'aveva reso profondamente felice. Oh, non era forse il tempo la sostanza di ogni pena, non era forse il tempo la sostanza di ogni tormento e d'ogni paura, e non sarebbe stato superato e soppresso tutto il male, tutto il dolore del mondo, appena si fosse superato il tempo, appena si fosse trovato il modo di annullare il pensiero del tempo?

Non devo temere questo scorrere.



venerdì 28 ottobre 2011

Bolla 141 ... This Moment

{this moment} - 
A Friday ritual. A single photo - no words - capturing a moment from the week. A simple, special, extraordinary moment. 
A moment I want to pause, savor and remember.
Words and Inspiration By Amanda

giovedì 27 ottobre 2011

Bolla 140 ... il censimento...

è infine giunto anche qui. A casa Pescetto si affrontano le domandone.
Ce ne si pone anche di diverse.
Il vero censimento è questo. e menomale che non dobbiamo partire a dorso di mulo per andare da Nazareth a Betlemme.
che quello lo potremmo fare come viaggio a Natale, magari.
Comunque leggete attentamente e rispondete.

mercoledì 26 ottobre 2011

Bolla 140 ... gestione del litigio


Oggi è andato tutto a putt ehmmm a fordescort, mi si perdoni il francesismo.
E ogni volta lo sforzo è più evidente per tornare indietro o per andare avanti.
e per me diventa dura.
ogni volta di più.
Ci provo, giuro, io ci provo a capire, ascoltare. Empatizzare.
ma.
ma a volte ho davanti agli occhi risultati disastrosi.
e mi chiedo se valga la pena continuare tenendo presente la scadenza che mi son posta per il prossimo anno oppure smettere semplicemente e dire fine.
dire basta.

Le attenzioni.
Le parole gentili.
i regali.
le sorprese.
Lo stupore felice della scelta che si fa ogni giorno.
Mi son rincoglionita del tutto, ma non ne vedo più grandi tracce.
mi sa che so spariti da troppo tempo, come son fatti?
Favoloso PV - http://www.unavignettadipv.it/


venerdì 21 ottobre 2011

Bolla 139 ... portami a fare un giro

un cd che suona mentre mi riporti a casa dall'aeroporto.
fuori dal finestrino è la fine di giugno e a me l'aria sembra fresca anche se ci sono 34 gradi ed è il primissimo pomeriggio.
sto tornando dal marocco e ti sto portando un cammello.
mi stavi aspettando agli arrivi internazionali e quando mi hai vista è stato come darsi il primo bacio.
voleva dire che ora sarei rimasta.
e il giorno dopo siamo partiti.
però quel pomeriggio io me lo ricordo.
così bene, l'odore dell'asfalto caldo.
la tua macchina che faceva il rumore di un trattore.
le mie valige nel cofano.
la mia camicia bianca con i jeans anni 70.
i sandali di cuoio.
la tua maglietta e gli occhi così azzurri, ma così azzurri che mi hanno tolto il respiro.
e zanardi che cantava felice della libertà ritrovata.
quando arrivo mi dai un altro bacio da togliere il fiato?
di quelli che la gente si gira a guardarci?


Bolla 138... This moment

{this moment} - 
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mercoledì 19 ottobre 2011

Bolla 137 ... stanca

mi sento sola, solissima, perché vorrei gridarlo al mondo che sono felice per loro...ma sono sola soletta e il gatto ha deciso che dalla mia stanza non se ne vuole andare.
quindi mi dimentico per un pò che sono allergica e lo spupazzo raccontandogli in una lingua sconosciuta che è appena capitato in camera della persona più contenta che oggi si sta pian pianino addormentando a Marrakech.
Oggi è stata una giornata bellissima.
Ho strappato il prezzo ai tassisti.
Ho mangiato alcuni dei dolci più buoni che avessi mai assaggiato.
Ho scarpinato su e giù per un'aula per 7 ore.
Mi sono emozionata e ho tremato di paura come se l'esame lo dovessi fare io.
Mi sono fatta fare le sopracciglia.
Sono riuscita, infine a parlare con il mio amore.
Ma soprattutto ho visto il risultato degli ultimi due anni di lavoro, sacrifici, viaggi, incomprensioni, arrabbiature e frustrazioni, budget che non ritornano, ancora viaggi, infinite richieste, nei loro occhi.
e sono felice, ma così felice che la metà potrebbe essere un regalo di natale.
Hanno avuto tutte voti fra il 7 e l'8 a questo primo esame!
non si può non essere orgogliosi, dal profondo del cuore, per loro.
Per i loro sforzi, per le difficoltà superate, per ogni piccolo tassello che aggiungono al loro cammino verso l'indipendenza, la consapevolezza di sè.
Io oggi sono felice.
anche se la sola compagnia è il gatto della foto in alto.

martedì 18 ottobre 2011

velocssima

sappiate che questo post esiste solo perché la mia super cioba, amica tecnica, via sms mi ha dato le indicazioni per potermi connettere.

qui ci sono le 8 del mattino e fra un'ora sarò in mezzo a 20 donne alle prese con il loro primo esame.
io sarò una delle cavie...
la collega ha i capelli rossicci.
prima li aveva neri.
è stata una delle cavie anche lei.
io farò in modo da uscirne con la pedicure.
i capelli non si toccano.
magari una sbaffatina col filo.
i capelli no.

vado che questa giornata sarà infinita.
GRAZIE CIOBA

sabato 15 ottobre 2011

Bolla 137... Il cervo miagola

  20 anni fa ero in viaggio a Istambul per la prima volta con i miei genitori.
Viaggiavamo insieme a un'altra famiglia. Era il periodo di Pasqua in Italia e la mamma dell'altra bambina si stupì del fatto che a Istambul la gente lavorasse il giorno di Pasqua. Trovava la cosa poco rispettosa per il significato della Pasqua.
Io di anni ne avevo 13 e mi presi il più sonoro ceffone all'estero mai ricevuto. Lo presi da mia madre un secondo netto dopo che risposi alla signora queste parole:- Ma non lo sai che qui siamo in un paese musulmano?Cosa vuoi che gliene importi che da noi è Pasqua?Lo sai che in Russia la festeggiano fra una settimana? SBERLA
Riconosco che avrei dovuto usare un pò più di tatto. Che dare dell'ignorante a una collega della mamma non si fa. Che ero una piccola saccente. Che quello schiaffo me lo meritavo per la forma, non per i contenuti.

Adesso quello schiaffo me lo ricordo ancora benissimo e mi ricordo il bruciore ogni volta che pensavo a come raccontare ai ragazzini a scuola la diversità, a come rispondere ad una persona che dice che gli stranieri ci stanno invadendo il quartiere, a cosa dire all'ignorante di turno che mi dice tornatene nel tuo paese.
Lo schiaffo di mia madre mi ha insegnato che c'è modo e modo di dire le cose e che se non c'è gentilezza e rispetto nei modi o nella maniera di trattare gli altri si può avere qualcosa da dare ma non è detto che si riesca a darlo.
Mi ha anche insegnato che ci sono persone con le quali si può parlare di certe cose ed altre con le quali è inutile farlo. Purtroppo. e che di queste ultime si deve considerare i lati positivi...perché ogni essere umano ne ha.
Però dopo 20 anni son rimasta una che se pensa che una cosa sia sbagliata lo dice sinceramente.
Chiamare Kefiah uno scaldacollo o scialletto coprispalle a me pare 'na strunzata colossale.
(ci avevate creduto vero alla storia dei modi...eh sì son rimasta un pò rozza, ma buona dentro)
Domani decido che il cesso di casa mia si chiama bar.
Perché gli da un'aria esotica chiamarlo bar piuttosto che cesso. e perché ho deciso di farlo diventare una moda, al diavolo la selezionatissima clientela del bar di casa mia!
Ma resta un cesso, cioè è proprio lì che vado a fare pipì-cacca.
e se domani qualcuno mi dice che va al bar io gli chiedo di controllare se c'è la carta igienica che se manca gli presto un kleenex.
Potrebbero nascere dei dialoghi divertenti.
Se non fosse che poi, se la cosa diventasse una moda e all'estero cercassi un bar (per come lo chiamo io) in un momento d'urgenza potrebbero nascere dei simpatici problemi.
La prego mi indica il bar della stazione?
il più vicino è in fondo all'ultimo binario.
tooo late.
sprooot
Oppure titolo sui giornali: da oggi è aperta la caccia al cervo in questa, quest'altra e quest'altra ancora regione.
Strage di gatti d'appartamento. Non ci avevano avvisati che da ieri il gatto si chiama cervo.
La pigrizia mentale 
Queste foglie non lo stanno schiacciando, come possono 4 foglie schiacciare un cane?

sì ben rappresentata in questa immagine, è quel non moto mentale che ti fa prendere le cose così come stanno, è quel non moto mentale che fa sì che tu non sia curioso di sapere cosa stai facendo o dicendo, il significato degli atti e delle parole che usi è relativo a...all'uso che ne fai tu. è quel non moto mentale che ti fa prendere per creatività la fantasia alla voyager. (vi presento il chupacabras, ma guardi che è un coyote morto, l'ha detto il ranger! ma no, è un chupacabras, si vede dal buco per succhiare il sangue!, il ranger ha detto che è un coyote senza un dente. Il ranger sbaglia....)
La lingua non ha più senso, il significato delle parole non ha più senso e così non ha più senso indicare le cose con il loro nome.
La merda d'artista era merda d'artista, con tutta la creatività dell'arte restava un barattolo pieno di merda. ma: La creazione non mancò di suscitare interesse, sia a causa della radicale rottura con la tradizione artistica del tempo che per l'evidente segnale di degenerazione e decadenza dell'arte moderna. Cioè non sai più cosa inventarti e quindi caghi nel barattolo. La parola arte vuol dire cacca. E' vero, in italia viviamo in un paese che l'arte la respira, soprattutto a Napoli, certi cumuli d'arte....

Ho ammazzato uno, ho dato fiducia ad un altro.
Se vado in UK e dico ho ammazzato uno in genere mi portano alla polizia e speriamo che in cella ci sia il bar. :)
Ma io non volevo dire questo per me to kill è fare le coccole.
inutile, too late. in inglese è questo.Se dico ho dato la fi... ducia ad un altro scatta un casino a livello nazionale. Intercettazioni telefoniche, dimettiti, resta, perché non muori...
Ma io volevo solo dire che abbiamo scopato....
Ah...ecco. Ma la manifestazione degli indignados allora.....
Insomma, non sto a parlare della moda della kefiah che da un anno o poco più impazza in giro per il mondo (viola, rosa, azzurra o gialla su nero) sto dicendo che se una cosa è fatta di lana, non è un quadrato, la porti al collo in inverno per scaldarti, l'hai fatta ai ferri...perché non la chiami scaldacollo?
Pensa che risate: un arabo in viaggio, diciamo a Bolzano, telefona alla moglie rimasta in patria e le dice:- tesoro ti ho comprato una kefiah per la sera! E la signora un pò turbata che risponde che no, che la roba da uomo non se la vuole mettere e che no, la kefiah proprio no, che passiamo per filopalestinesi e poi so cazzi per viaggiare.
La kefiah o uno dei mille altri modi in cui viene chiamato questo COPRICAPO è un indumento maschile, fatto di cotone, di seta, di lino o di lana. Di due colori a seconda dell'area geografica da cui proviene, ma di sicuro per chiamarsi kefiah o shamag non è fatto ai ferri.
Peraltro ha una certa utilità in un certo tipo di clima. E anche da noi dove pare che il clima politico si stia scaldando. Avremo forse tempeste di sabbia rivoluzionaria e la useremo per difenderci il viso...speriamo. Ben venga la kefiah in manifestazione, soprattutto se è simbolo di un tentativo di far valere le proprie opinioni quando vengono calpestate.
E' un quadrato di stoffa, di origine rurale, che ha assunto una valenza politica col tempo.
Non starò qui a dire quale valenza, chi abbia ragione e chi torto secondo me, ma vi immaginate se un giorno un palestinese coi sassi in tasca trovasse in vendita on line una kefiah fatta a mano in Italia e l'acquistasse?...è arrivato il gaypride a Betlemme .... e addio intifada....

Dai , chiamare Kefiah uno scaldacollo e dire che uno scaldacollo assomiglia a una kefiah vuol dire banalizzare la kefiah e contemporaneamente il lavoro ai ferri, vuol dire che della vera kefiah ti interessa solo il fatto che dire scaldacollo ha fatto il suo tempo. Chiamare lo scaldacollo Kefiah secondo alcuni fa "moda", basta guardare le modelle in passerella su gugol immagini come mi viene consigliato.
Lo scaldacollo va di moda da un botto. Fatto a mano e fatto bene può sicuramente diventare la moda di questo inverno. Ma perché vuoi per forza dare un tocco di esotismo a delle creazioni che già da sole sono spettacolari? Tu non hai bisogno di queste spinte modaiole!!!Il tuo lavoro è bello perché è genuino e perché non è dire soltanto quadrato di stoffa da mettere in testa per proteggersi!Si chiama scaldacollo artigianale!C'è un signor lavoro dietro!
e ad una kefiah non ci assomiglia manco da lontano.
e così, nella vita, è bello che ci vengano offerti nuovi spunti di conoscenza, di incontro con le culture diverse. Ma se io decido che in realtà a me di quelle culture mi interessa solo il suono di una parola e la uso pure per indicare altro non mi devo stupire se italiano in giro per il mondo è tradotto con mafioso, con pizza e mandolino, e non mi devo stupire del fatto che guardate con questo filtro banalizzante certe notizie sembrino riguardare un altro pianeta.

venerdì 14 ottobre 2011

Bolla 136 ... This moment

{this moment} - 
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Words and Inspiration By Amanda

giovedì 13 ottobre 2011

Bolla 135...aspettando

ieri sera è stato bello rivedere la biutiful.
io con questa donnina ci sto di un bene, ma di un bene che la metà basterebbe a far star bene altre due persone.
a casa mi aspettava una bistecca e una birretta a sorpresa. che la dieta mica siamo in due a farla.

un anno fa la biutiful tornava dal congo dove guardava nascere il mondo, quest'anno torna dal congo e mi porta nuove stoffe bellissime. e io non posso non amarla e pensare che è bello sentirla quando è ancora all'aeroporto e aspetta i bagagli. vederla riacchiappare la sua piccola e pensare che dovresti lasciarle da sole perché non aspettano altro. mettere insieme le fodere nuove ai cuscini, che lo so, ci ho messo un pò a cucirle,  ma ora son proprio belli. peccato solo per la poang. dispiace pure a me. e incrociarsi anche solo per qualche ora di traffico per stare insieme perché lei è appena tornata e io sto per partire.
e aspettare.
aspettare di vederci soddisfatte e appagate.
sopratutto felici.
ma le cose belle tante e tante volte si fanno aspettare.
coraggio biutiful. ancora un pò di pazienza.
magari ad aspettare in due inganniamo il tempo.


martedì 11 ottobre 2011

Bolla 134 ...Come ti spiego gli anticorpi a 7 anni...

Fra gli amici del LungoBascio c'è una cagnolotta piuttosto anziana.
Le sue padroncine sono due gnome di pochi anni che io adoro. Perché sono due bimbe intelligenti, che non hanno paura di ciò che non conoscono, che sono curiose come pochi bimbi di città sanno essere.
Appena ci vedono ci volano incontro e ci spupazzano. Ci saltiamo addosso e io, con loro sto bene da matti.
 Inventiamo storie dell'orrore con conigli assassini e magici strumenti come l'arco animato.
Abbiamo deciso che il Lungobascio è Cappuccetto zozzo, l'OrsoMarso è Cappuccetto rozzo e io son Cappuccetto dotto(1).
Il merito di tutto ciò, del loro essere così speciali è in grandissima parte della loro mamma, una persona più che particolare. Bella bellissima.
Non ci son parole.
Lo scorso sabato sono andata a rivederle in uno spettacolino delizioso organizzato come saggio per la scuola di teatro per bambini che la SuperMamma realizza con un'associazione del quartiere.
Tre gocce in missione speciale è la storia di tre goccioline anti influenzali in viaggio nel corpo di un bambino. Un racconto esilarante, divertentissimo, fra microbi, valvole cardiache innamorate, anticorpi confusi e scherzi di memoria (gocce pasticcione!).
E questi sono i Microbi: hey Mi?Dimmi Cro... - Dov'è Bo? - BOOOOH!

Un modo coinvolgente per raccontare ai bambini come funziona il nostro corpo.
Io ormai conosco tutte le canzoni a memoria e agito anche le manine quando vado allo spettacolo....


(1): La congiura dei cappuccetti, di Stefano Bordiglioni

Post di servizio

Su questo blog non saranno accettati, letti e pubblicati i commenti anonimi.
Soprattutto se è palese, come in questo caso, il legame che ha lo scrittore di tali commenti con gruppi religiosi e affini.

Soprattutto se è palese il fatto che non abbia letto il post che ha commentato.

Soprattutto se non ha un punto di vista da esprimere su ciò che il blog e il post commentato contengono.
Anonimo vai a farti benedire!
il tuo passaggio in questi paraggi non è da festeggiare.
se vuoi far pubblicità affitta spazi appositi.
se vuoi far proselitismo fallo da te, nel senso di a casa tua, sul tuo blog, 'ndo te pare.
è difficile non giudicare ricorda, anche quando sbandieri ai 4 venti che no, tu non lo fai.
Misericordia!

lunedì 10 ottobre 2011

Bolla 133...Coperta di Babette (...post sconclusionato)



il tunnel senza fine della coperta all'uncinetto di cotone poteva essere senza fine ed un'esperienza bellissima.
Poi è arrivato il freddo e io mi son data alla lana. Che cresce più in fretta e che mi ristora le mani con la sua sofficezza e col calore.
mentre aumentano i quadrati penso e ripenso. Rifletto e mi blocco. Occhi fissi, sguardo vitreo. Musate del LungoBascio per attire l'attenzione.
Rifletto su branco e comunità. Rifletto su mamme e non mamme. Su cacciatrici e non. Su foodBlogger e scrapblogger. Su amici degli animali e non.
e mi viene in mente una sola considerazione.
come cavolo posso fare a scrivere un post se non so rispondere ad una semplicissima domanda:- perché non mi sono spiegata meglio quando ho detto non ti commento perché non sono mamma?
Forse per lo stesso motivo per cui non commento o non commentavo fino a poco tempo fa il blog di una mamma.
timore del giudizio altrui. timore di vedere invaso e commentato altrove il mio spazio qui sul web.(esperienza)
continuo infruttuosamente la ricerca di un blog in cui si racconti la ricerca di una soluzione a una gravidanza inaspettata, continuo la mia ricerca di altri che facciano parte dello stesso mio branco. Ero incinta. Ho pensato di interrompere la gravidanza. Ho avuto un aborto spontaneo che mi ha fatto capire che stavo per fare qualcosa che in realtà non desideravo. Ora non lo so se lo desidero, magari in futuro diventerà una ragione di vita.Nel frattempo e ancora adesso la mia vita andava e va avanti. e non tutto ruota intorno alla ricerca di un figlio. A un uncinetto. A una macchina da cucire. 
Non ho un filo conduttore.
Mi manca un branco.
come nella vita anche sul web sono un cane sciolto.
Ma sono un essere umano e come tale gregario.
Dove si trova un blog che racconti di passioni, hobby, gravidanze non conclusesi felicemente, cani e convivenza, di montagne e di mare, di foto?
AAA cercasi membri per branco in formazione.
Per non sentirsi soli.

venerdì 7 ottobre 2011

Bolla 132 ... This moment



{this moment} - 
A Friday ritual. A single photo - no words - capturing a moment from the week. A simple, special, extraordinary moment. 
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mercoledì 5 ottobre 2011

Bolla 130...Come avere un bambino e un lavoro ...

io adesso che guardavo Auai Faiv Ou ho avuto un'illuminazione:

posso convincere l'Orso con la prospettiva di un lavoro a tempo indeterminato
Posso avere un lavoro a tempo indeterminato....dopo milioni di anni di precariato.
ecco siccome alle web amichette ci penso oh tu donna con cui ho condiviso il mio neurone senza saperlo per diversi anni....TENTIAMOCELA!!!!
GIORGIA AI LOVIU



lunedì 3 ottobre 2011

Bolla 129 ... Nuota e nuota, zitto e nuota

Rullo di tamburi!
Oggi lunedì 3 ottobre, alle 19:00....
IL PESCETTO RIENTRA IN VASCA!!!!!!
Ebbene sì, l'ho fatto. Mi sono iscritta in piscina.
Sbalenerò serena ogni volta che potrò.
from web, non so più da dove però, proprietari fatevi avanti....