martedì 9 novembre 2010

Bolla 18

Ascoltare.

Vuol dire provare interesse per l'altro.
Vuol dire che hai rispetto per l'altro.
Significa che una parte dei pensieri, delle emozioni tradotte in parole, delle necessità dell'altro supera la barriera dell'indifferenza e ti arriva dentro.
Vuol dire che il tempo impiegato in una conversazione non è tempo perso, minuti buttati, sprecati in una cosa inutile.
Vuol dire che ti soffermi sulle cose, che non le lasci scivolare.
Significa che non sei superficiale.
Che dimostri l'età che hai con le azioni e i piccoli gesti, non solo con le rughe o la perdita dei capelli, l'adipe che avanza o i dolori alle ossa.
Vuol dire che c'è qualcosa che è importante e quindi vale la pena.
Vale la pena impiegare un pò del tempo che passa a concentrarsi su quel qualcosa.
Ci sono uomini, cose, sensazioni che non cambiano. Per scelta. Perché non considerano importante fermarsi un momento. Concentrarsi su qualcosa per capire.
Fanno le cose a metà, senza voler arrivare in fondo.
E poi arrivano per un momento orribile a rendersi conto che ciò che hanno realizzato fino a quel momento è poco, piccolo, insignificante rispetto a ciò che avrebbero potuto fare se solo si fossero fermati ad ascoltare.
E minimizzano ancora ciò che hanno per farlo sembrare più grande, più importante. Fanno i modesti, questi omini senza neppure un minuto di attenzione da regalare.

Ma così, la modestia, è la virtù dei mediocri.

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