martedì 11 gennaio 2011

Bolla 36 Giudizio o non giudizio?

(Sono sicura che in altra sede ciò che ho scritto in questo post è argomento di discussione...speriamo sia utile alle persone che lo leggeranno. )

Ieri, coraggio a 2 mani e via. Ho cominciato gli incontri in chat con il gruppo di auto mutuo aiuto di un'associazione. Coraggio ce n'è voluto perché finora, eccettute due persone davvero vicine, non ho avuto proprio il cuore di parlarne a voce o con estranei.
Ne ho scritto qui diverse volte e mi ha aiutata, mi ha fatto stare meglio, perché qui sono a casa.
Di ieri sera mi tengo dentro tanta gratitudine per le persone che hanno ascoltato e che hanno parlato. Perché vivere certe esperienze è devastante e trovare le parole per parlarne, anche con degli sconosciuti, è una prova di coraggio non da poco.

Dopo ieri sera, questa mattina mentre andavo a lavoro, imbottigliata fra le altre auto riflettevo su alcune parole o espressioni chiave che sono emerse durante la discussione e mi hanno fatto capire che quello non era il posto giusto per me.


Ho ucciso, uccidere, l'amore non uccide.
Agire mossi dalla paura.
Dio ci ha dato.

Non riesco ad avvicinarle alla mia esperienza né alla mia vita e neppure alle basi e ai principi sui quali ho basato il mio comportamento.
Parto dall'ultima "Dio ci ha dato". Il mio blocco minore, ieri sera, è partito da qui. Non sono battezzata, non sono cristiana ma sono cresciuta e campata egregiamente in una cultura cristiana e cattolica come la nostra. Questa frasetta si porta dietro tante cose bellissime e altre che, invece, la rendono un pò sospetta ai miei occhi. In un luogo, benché virtuale, in cui le persone si incontrano per discutere, scambiare, condividere un'esperienza di dolore, inadeguatezza, paura e trarre conforto da questo incontro, leggere queste parole ha fatto sì che sotto i miei occhi sventolasse a gran velocità la bandierina rossa. Mi son detta che sono scelte di vita differenti, che dovevo sforzarmi di capire che per l'altra persona il linguaggio con cui tradurre la vita era quello.
Epperò in poche righe è emerso chiaro il pensiero di moderatore ed altri. Per queste persone l'ivg è uccidere un bambino.E lo è perché hanno fatto determinate scelte di vita. Hanno una Fede. Per me non lo è.
(Mi rendo conto che sarei stata forse una madre snaturata...)
In una chat in cui si chiede, si da e si riceve aiuto, partire dal presupposto che un'unica visione delle cose a priori definita e condivisa fosse il presupposto per la discussione del gruppo è stato per me mortificante.
Inciso: che sia stato mortificante per me non significa che lo sia stato per altri.
Ma per me ha significato che la chiave di lettura utilizzata non era la mia.
Quindi ho cercato di dare da subito alle mie parole una neutralità che traducesse sì il mio stato d'animo, ma che non lasciasse troppo spazio alle interpretazioni.
E' stato un misero fallimento.
Misero fallimento, mi rendo conto solo ora, determinato dal fatto che non ero nel luogo giusto, nel contesto giusto per ciò di cui avevo bisogno e quindi non ero nel posto giusto neppure per dare agli altri, soprattutto direi, per dare agli altri ciò di cui necessitano.
E questa consapevolezza si rafforza se penso che il verbo uccidere è stato introdotto da un moderatore che forse conosceva il sentire di alcuni dei partecipanti dall'inizio della chat. Ma gli altri?
Quelli che magari sull'ivg non la pensano così?
Ho avuto la sensazione che fosse una discussione i cui binari emotivi non erano definiti dai partecipanti e che si adattavano automaticamente alle loro necessità.
E questo mi ha spaventata un pò.
e si arriva al primo punto elencato: l'amore non uccide, aver ucciso, uccidere.
Io non ho ucciso nessuno. E' morto e basta...a me è anche questo che mi rode e mi confonde. Io non ho dato attenzione al meraviglioso momento che stavo vivendo. ..e nel mio modo di leggere la realtà si traduce con un'auto accusa: non ho saputo coglierne l'importanza. Ho clamorosamente cannato un'occasione finora unica di cambiare, di diventare altro. La prima sconvolgente occasione di cambiamento della mia vita. E quando dico che l'ho cannata non sto dicendo che mi sono comportata in modo da abortire spontaneamente come poi è successo.
Quando ho pensato all'ivg non la leggevo come omicidio. Abortire volontariamente non è uccidere per me. E' una scelta di interrompere un processo dannatamente chimico che è cominciato per tutte le motivazioni per cui può cominciare.
Poi non l'ho fatto, ma fino a quando non l'avessi fatto e ancora adesso che non posso dire di aver vissuto questa esperienza, non posso parlare di uccidere. E mi rifiuto categoricamente di dire che ho pensato di uccidere. E mi dispiace per chi, che come me non ha fatto questa esperienza, si permetta di dirlo. I presupposti per quel tipo di gruppo e di discussione sono diversi, fra essi c'è l'ascolto non giudicante. Ma dire che l'amore non uccide è esprimere un giudizio. Ecco perché non mi sono sentita nel posto giusto. Ognuno parte dalla propria esperienza, aver dato la vita non significa avere scelto di non uccidere. Significa aver dato la vita a un nuovo essere umano. Non si può basare una discussione sul fatto che siccome hai avuto un figlio sai cosa significa aver abortito volontariamente. Magari ci hai pensato a farlo, sei inorridito all'idea per tutte le convinzioni, principi, esperienze che ci raccontano chi siamo. Ma fare una cosa non è la negazione di averne fatta un'altra.
Quindi se il moderatore pensa questo io non sono nel posto giusto tutto qui. E non c'è un colpevole o un giudizio. La penso in modo troppo diverso per potermi sentire in un luogo sicuro ad accogliere il mio dolore.
Passiamo alla paura.
Non ho avuto paura in questi mesi. Solo una volta quando stavo per fare il raschiamento. La paura che accompagna un intervento chirurgico. Non ho avuto paura quando ho scoperto di essere incinta. Io non sapevo bene cosa fare. In realtà io non sapevo per niente COSA fare. E il problema è che poi non ho dovuto fare proprio nulla. Non ho potuto scegliere.
Fino a quando non hai fatto una cosa non puoi dire di essere pentito. E anche se tante volte mi dico che forse se mi fossi comportata in modo diverso l'aborto non sarebbe stato spontaneo sono solo supposizioni. Il mondo è pieno di figli di fumatori, di bevitori, di viaggiatori, di gente che vive con animali in casa etc. etc.
In realtà a me dispiace aver avuto questo aborto. Mi dispiace perché come dicevo qualche post fa è uno di quei bei ceffoni del destino che ti girano la faccia dall'altra parte ma ti obbligano a stare in piedi e a maledire ogni momento in cui non hai preso coscienza di ogni minuto che passava.
Quando si dice fare qualcosa per paura è spesso un alibi, è verissimo e lo condivido.
Essere fuori di sé in certi momenti della vita è possibile, frequente e agire sotto l'effetto dello stress ci fa fare cose che altrimenti non faremmo. Ma leggere dal moderatore che davanti alla paura viene fuori come siamo veramente è qualcosa che non posso proprio condividere. Perché l'esempio di quando una casa va a fuoco e c'è chi torna indietro a salvare un amico e c'è chi scappa e basta è solo l'esempio di come la chimica altera le nostre percezioni e trasforma i nostri processi cognitivi. Prendi l'esempio di un esame all'università. C'è chi come me si è sempre cagato sotto e si è sempre presentato in qualsiasi situazione e ha sfondato il mondo grazie all'adrenalina e c'è chi non si è mai cagato sotto e ha raggiunto modesti risultati, chi si è cagato sotto anche se preparatissimo e poi si è rigirato ed è andato a prepararsi meglio. Volete dirmi che i nostri processi non erano alterati? Io adoro stare strafatta di adrenalina. Magari la casa va a fuoco torno indietro a salvare il mio amico e do prova di grande altruismo e di poco egoismo. Poi a casa ho lasciato a loro stessi 4 figli piccoli e orfani, una madre disabile e una moglie incinta. Ah che gesto il mio!un cuore grande così. Non potranno certo dire che ero un egoista! Ieri sera è emerso questo e sempre dalle parole del moderatore. Egoismo. E non è forse un giudizio questo? Chi scappa è egoista, chi resta è coraggioso. Nei momenti di paura vien fuori questo. Ci si scopre per come si è realmente. E tutto ciò che fa parte del contesto in cui viviamo, non determina forse in parte la nostra paura o le nostre decisioni? Un bambino congelato dalla paura che fa o non fa una certa cosa dimostra di essere egoista o no?Oppure non gli sono stati ancora offerti dei modi per arginare per bloccare questo congelamento delle emozioni, della razionalità? Davanti alle cose nuove siamo tutti dei bambini, non abbiamo gli strumenti. Il black out chimico della paura deriva da questo. E non possiamo essere giudicate egoiste se davanti alla scoperta di essere incinte prendiamo la decisione di abortire. Siamo bambini davanti alle cose più grandi di noi, inspiegabili, magari orribili. Ma magari, come i bambini, se sappiamo affrontare certi momenti, eventi, queste cose, non abbiamo più paura. Se accanto a noi c'è qualcuno che ci dice hey sai c'è un'altra possibilità se non sei convinta di farlo. Se il destino ti mette davanti persone che ti dicono che ti aiuteranno. Come ai bambini quando vengono abbracciati: la paura passa. Ma dire a uno che è egoista perché ha avuto paura è un colpo basso. Che ti da la sensazione che i migliori siano i coraggiosi. Perché hanno vinto la paura. Ma non è vero. Avevano in mano delle conoscenze di se che li hanno portati a scegliere ciò che li avrebbe resi felici.
e in un luogo come quello di ieri sera, avere la sensazione che siano solo i coraggiosi a vincere non mi ha fatto piacere, perché in un luogo come quello di ieri sera non ci sono vincitori o perdenti. Ci sono persone che hanno cercato altri per trovare dentro se certe risposte e certe conoscenze per affrontare meglio la vita.
Che succede, se non le trovano sono dei perdenti?hanno avuto paura a guardarsi troppo dentro o è il sistema usato per far emergere le cose che andrebbe rivisitato?

E di me che non ho avuto paura a pensare all'ivg cosa è emerso?
Ecco, finalmente uno spunto di riflessione utile per andarmi un pò più a fondo.

ah bolla che mi fa fare un passetto avanti...ora so cosa non provo...
BoO0lla

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