lunedì 27 febbraio 2012

Bolla 184...conto fino a mille

La prossima volta lo faccio, è una promessa a me stessa.

insomma, cosa mai sarà potuto succedere?

che ho provato fortissimo e intenso il desiderio di mangiarmi la lingua, dimenticare di averla, di inghiottirla.

Avrei potuto tacere, non dir nulla.
non ci sono riuscita.

quando fai qualcosa per qualcuno vorresti essere tenuto in maggiore considerazione?

quando fai qualcosa per un amico presenti il conto?

quando è spontaneo e naturale far qualcosa per un componente della famiglia ti aspetti un ritorno di qualche tipo?

io no.

non me lo aspetto.

lo faccio e basta, perché è naturale farlo.

quindi quando ieri sera ho sentito le parole "tanto loro non farebbero quello che tu hai fatto per loro" a proposito della famiglia della mia migliore amica, incinta, pronunciate dal suo compagno dopo un we in cui ci si aspettavano frizzi e lazzi per la grande notizia di questa gravidanza che non sono arrivati, non ho saputo tener chiusa la bocca.

e me ne rammarico.
dal profondo.

è come quando il compagno di mia sorella le ha detto che non poteva contare su di noi, il resto della famiglia e che era sola.

sono cose orribili, da dire e da pensare.

allargare in questo modo la sensazione di solitudine dell'altro e invece di riempirla di positività volerla riempire solo di sè.
lo trovo vigliacco e infantile e crudele.
non riesco a capire. 

mi confondo dentro sogni pomeridiani in cui nuoto, stordita da febbre e dal malessere che mi si mangia dentro da giorni.
e continuo a non capire, a cercare di mettere a fuoco i miei comportamenti sbagliati, quelli che non aprono a prospettive nuove.

cerco e chiedo all'orso coraggio per nuove avventure.
guardo lontano cercando di capire cosa mi toccherà vivere nei prossimi anni se non riuscirò ad essere diversa, a migliorare.

e l'unica cosa che riesco a mettere a fuoco è l'incapacità di creare un quotidiano rapporto con gli altri.

e anche io non sono poi così serena, ho troppe insicurezze da accettare ancora.
le vedo negli altri, cerco di capirle, a volte le critico e commetto l'errore madornale di farle mie.
mettendomi sempre più in dubbio.
e ora mi ritrovo con un mazzo di dubbi che aspettano la primavera per sbocciare.



 

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