venerdì 10 febbraio 2012

Bolla 176 ... it's oh so quiet...

Mentre circolano piccole bolle di vetro di quelle che si girano e cade la neve con il sindaco dentro, mentre il Papa si gratta perché come dice crozza qui "nevica una volta ogni morte di papa", mentre mia madre è tornata nell'isola dopo una settimana di passione, aggiramento di iceberg e mancate uscite sul grande raccordo anulare...

Qui piove.

Alla faccia di quel mezzo metro di neve che doveva abbattersi sulla capitale today. 

E tutto è così uggioso... ora che è chiaro che la neve della settimana scorsa non torna...

Ho un bicchiere di birra fresca accanto, un uncinetto n° 12 e lana grossa vicini.
Il LungoB ronfa in poltrona e l'Orso prepara le sue cosine per il 6 nazioni di domani.

A me viene voglia, ora che ne ho il tempo, fra una sorsata di birra e l'altra, di rivivere il silenzio di una settimana fa.
Fra un pò di ore mi sarei svegliata, grazie alle nasate del LungoB, e come i bambini avrei saltellato, incurante delle ore bloccata in macchina il giorno prima, della pipì che non voleva saperne di restare dove doveva, dei luoghi che conosco da dieci anni che finalmente cominciavano ad avere un'aria poetica, quasi romantica mentre chiusa dentro la mia piccola macchinina cercavo di rientrare a casa.
Oh sì.
Ho saltellato in pigiama e calzettoni di lana, come se fossi in Abruzzo, come se nel paesino in cui abbiamo casa non ci fossero i lupi che scendono spinti dalla fame o i cervi e i caprioli bloccati nella neve.
Ho saltellato di gioia, come se fossi tornata bambina.
Come se fosse normale, scontato, fregarsene delle conseguenze, mi sono bastati un guinzaglio e gli scarponi.
e via.

nel silenzio delle 7 del mattino.




A pensare solo al rumore delle suole sulla neve. A camminare nel silenzio della strada deserta. Al centro della strada che era tutta per noi due.



A ringraziare per la fortuna di abitare qui, in questo quartiere, che se a volte ti sorprende per la sua durezza





sa anche regalarti maniche del pigiama umide che escono da sotto il cappotto, stivali di gomma colorati di altre lingue, giochi da bambini e scodinzolare di cani che non vedi solo quando a Roma cade la neve, le vedi anche con la neve e ti sembrano ancora più belli.





E i biscotti della signora Margherita, l'andare a comprare il latte nella neve al bar all'angolo, i cani che giocano e le panze che crescono.

E una settimana fa, alle sette del mattino tutto questo era ancora più bello.






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