domenica 11 dicembre 2011

Bolla 158 ... La lontananza sai è come il vento

Giorni pieni, frenetici.
Lunghissimi, nonostante fra poco sia quello di Santa Lucia, quello più corto che ci sia.
Sono giorni in cui abbiamo preparato il nostro primo albero di Natale assieme.
Noi tre.
(Con palline a prova di coda di LungoBardo. Praticamente saldate all'albero.)

Giorni di decorazioni per rendere ancora più speciale il gusto del primo Natale da passare insieme in questa casa.

Giorni di regali speciali da parte di persone speciali. Che se fossi stata meno antipatica me le sarei godute di più queste persone speciali. Ma ero stanca...tanto. Ma so anche che lei lo sa che sono a pezzi.
Epperò è stato comunque divertente provare il nuovo tricotino a manovella con la Cioba e fare ghirlande insieme. Ed è stato ancor più divertente fare un salto nel periodo adolescenziale dei nostri compagni. Vittime di un mio azzardato menù a base di broccolo romano e castagne. Giuro che non lo faccio più. Giurin giurello. I botti di capodanno in anticipo terrorizzano il LungoBascio, nonostante lui sia un vero professionista.

E sono giorni di nuovi tentivi creativi, con buffi risultati che però mi piacciono un sacco e che si sposano perfettamente con il mio stato d'animo.


Notare il sorrisone. I realtà la foto è stata fatta per mia madre. 
Infatti sono anche stati giorni di riavvicinamento. Dopo due anni di silenzio.
Ho preso un aereo. Per la mia isola più o meno felice. Ho abbracciato mia nonna dopo un anno.
E mi accoglie dicendo:- Ohtté, bada hi c'é! E' arrivata ilPescetto!
E a mia mamma le si rizzano i capelli perché non riconosce più nessuno da un pò.
Invece lei, che ha sempre tirato fuori conigli dal cilindro e dai tegami di coccio... mi ha riconosciuta nella nebbia della sua malattia. Abbiamo contrattato un pò sul suo regalo di Natale che non può essere un carro coi cavalli perché "non ci s'ha più la stalla" (uno a zero per lei) e non può essere un cappotto di panno morbido perché "un sò miha hosé" (uno a zero per Mr Parkinson). Ci siamo accordate che il suo regalo di Natale sarà una cesta di funghi. Mi vien da piangere a pensare che è stata lei ad insegnarmi a riconoscerli. Così come è stata lei a insegnarmi come si tiene un ago in mano. Come si fa la prima catenella all'uncinetto. E ora non ricorda chi è.
Ma mi sorride dietro l'acqua di quegli occhioni azzurri che da piccola ho provato su suo consiglio ad avere anch'io tentando di infilare la faccia in una bacinella di candeggina.
Eh sì...in famiglia siamo tutti un pò pazzerelli.
E mi richiude la bocca sdentata all'improvviso sul cucchiaio mentre le spaccio la minestrina di verdure per frullato di coniglio. Un la si frega miha nonna Alfonsina!

E poi sono stati giorni di tenerezze infinite e di piccoli regali a distanza. Per non sentire la nostalgia di casa. Nessuno dei 3.



Giorni passati a chiedersi se sia giusto essere trasparenti o se invece sia il caso di filtrare. Sul lavoro. Con gli amici. Per difendersi. E dirsi che è meglio restare così. E' meglio essere limpidi. Puliti. 
Riflettere il bello delle cose.


Lasciando la porta spalancata alle emozioni. Belle o brutte che siano. Per tener fede alla mia promessa di un anno fa. E scoprire che nella gioia infinita di una confessione e di una notizia regalata in anteprima c'è, nel mio cuore, una punta di dolore. Per ciò che ho perso un anno fa.
Che si stempera quando i miei mi chiedono quando avremo un bambino, l'Orso ed io.
E tutto torna ad essere possibile. 
E scegliere e terminare i primi regali di Natale e girare nel buio con il mio Puzzone a 4 zampe. E ridere dei blocchi del traffico proprio il giorno in cui i de pulcis devono ripartire, alzandosi presto per portare la macchina oltre la zona verde (da legger come "La luna nera!") e mangiare i cornetti con la crema a colazione e poi fare il giro al mercato a cercare rape bianche, mettere il poncho di lana verde fatto anni fa da mia mamma.


Giorni così, altre tessere da aggiungere al mosaico di quest'ultimo anno. Così forte, pieno di emozioni. Così come vorrei poter rendere gli anni a venire. Perché sono io che ho fatto in modo che fosse così. Lungo, denso. Ricco.




6 commenti:

  1. che viaggio emozionante hai regalato...ho letto e riletto ogni parola e ogni immagine mi riportava al tuo cuore ..pieno!
    è vero ..scegliamo noi come vivere ogni giorno,noi scegliamo quanto di noi stessi donare.. vendere o regalare...ma una volta scelto si deve andare avanti...voltarsi,sorridere e continuare...
    ti abbraccio forte forte

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  2. :) era ora che tornassi così... stavamo aspettando tutti!
    bentornata!

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  3. Bellissimo post. Grazie di avercelo regalato.
    La vita è una e va vissuta come fai tu: intensamente, nel bene e nel male.

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  4. Davvero che bel post intenso!
    E poi grande LungoBascio, ancora video ancoraaaah :-)

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  5. sì, post piaciuto molto anche a me.
    quando le parole sono virgole di vita.

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