In questo periodo mi scopro brava a trattenermi.
Devo migliorare però, perché a trattenere uno esplode e si fa male dentro ad assorbire lo schifo che dall'esterno cerca di infiltrarsi.
Quindi comincerò, seriamente a farmi scivolare addosso certe uscite. Ma non le lascerò senza risposta.
Penso alle persone che da mesi a questa parte mi hanno fatto ribollire il sangue nelle vene.
L'aver abortito (o perso il bambino che aspettavo, o non aver capito granché di quello che vivevo, o l'essere stata preda degli ormoni per oltre due mesi, diciamolo in un qualsiasi modo modo ma diciamolo...) insomma, dicevo, l'aver abortito mi ha fatto ricominciare a guardare agli altri con attenzione.
Ne avevo fatto il mio lavoro prima, ascoltare gli altri, lavorare pensando alle loro necessità. Questa cosa al tempo mi aveva svuotata. Mi ci sono voluti quasi 3 anni per ritirarmi su e ricominciare a dare.
Mi ci son voluti solo gli ultimi sei mesi, su 32 anni di vita, per rendermi conto che dietro ai visi e alle parole di tante persone che offrono il proprio aiuto c'è solo un interesse al guadagno.
Sono, come dire...sanguisughe affamate.
Perdere il bambino, scoprire in quel momento che era una cosa bella, soffrire per averla persa mi ha riportato indietro dal mondo mentale di Pollyanna nel quale son cresciuta.
Perché sono una persona buona.
Se devo elencare il male che ho fatto o che mi è stato detto di aver fatto...beh è poco. cazzo.
Quindi non mi merito il male che arriva dall'esterno e mi manca totalmente e menomale quello spirito cristiano di certe persone che si annullano nel sacrificio ma che in realtà si organizzano la vita sulla pelle, le pance, il malessere altrui.
Dopo aver perso il bambino scopro di non poter rinunciare ad una sana boccata d'aria.
non l'aria che vorrebbero costringermi a respirare in città. L'ARIA vera, pura. Fremo per allontanarmi dalla città.
Dopo aver perso il bambino scopro di poter scegliere a quali compromessi scendere. Perché è stato accettare troppi compromessi che potrebbe essere stata una delle cause dell'aborto. (sai quelle cose tipo stress alle stelle, pensare che abbia ragione chi fa del lavoro una religione, chi ti dice che non è pronto e tu ti dici che devi rispettare te stessa e lui e credi che abbia ragione quando dice che non possiamo permettercelo...)
Dopo aver perso il bambino scopro che ci son cose che è il caso di dire ad esempio ad un "collega" volontario. Col sorriso, ma vanno dette.
Dopo aver perso il bambino ho capito di essere un vero essere umano, non una macchina da guerra.
In questi mesi ho fatto pace con le mie debolezze. Le ho inquadrate. Non mi serve camuffarle. E soprattutto ho scoperto QUALI siano queste debolezze. E ora ho un'arma in più per affrontare quello che mi circonda. Mi conosco.
E scoprendo tutte queste cose ho capito anche cosa mi fa stare davvero bene.
Non cose come credere che qualsiasi cosa fai in vita "ego te absolvo" e ciccia e buonanotte ma cose che ti fanno prendere piena responsabilità del luogo dove vivi.
Cose come questa, che ti alzi una mattina e scopri con stupore.
E mi sento di dire alla tipa del gruppo di auto aiuto che sarebbe proprio il caso di farsi un esamino di coscienza. Al mio collega dico chiaramente che minacciare qualcuno è un reato. Col sorriso glielo dico. Ma glielo dico.
Al mio uomo dico che deve smettere di pensare che per crescere ci vogliano soldi.
A mia madre dico che so che si può sbagliare, che mi importa se mi ha fatto negli anni quello che ha fatto ad una bambina prima e a una ragazzina poi e ad una donna adesso, ma che non è possibile che non ci si parli da più di un anno.
A mia nonna dico che vorrei che fosse ancora qui a chiamarmi sa pippia e a dirmi che mi vuole bene, ma che so che cosa ha creato con il suo egoismo.
All'altra nonna dico che anche se il suo cervello non funziona più domani vorrei essere con lei e che non è l'aver litigato con mia madre che mi tiene lontana da lei. Sono io che non me la sento di vederla così. Lo ammetto. Ho paura.
Ma sopra ogni cosa so che anche se dico loro queste cose tutte queste persone hanno fatto parte del mio cambiamento in meglio.
Quello che vivo adesso. Ogni giorno.
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