sabato 3 settembre 2011

Bolla 118 ... pathological picture taker ...

In effetti ci sarebbe uno zaino ancora da svotare, i panni lavati mi aspettano nella lavatrice da una mezzoretta buona ...(però l'ho spenta...), vorrei controllare le analisi che ho ritirato questa mattina, ma forse anche no.
In realtà ciò che mi va davvero di fare è sfogliare tutte le foto fatte in queste ultime settimane, per fermare, anche qui, in questa sorta di diario non diario, le sensazioni che ogni giorno mi hanno accompagnata.

Un piccolo paese in abruzzo, terra dell'Orso Marso, fatto di chiacchiere, di pietra chiara, di grida di bambini e di infinite salite.


Con angoli intimi in cui fermarsi a chiacchierare con gli sconosciuti, seduti su uno sgabello di legno, a guardare le rughe sul viso delle donne e ascoltare parole come i nodi di un tappeto che creano disegni


Ritrovare il tempo per piantare trifoglio da far brucare al Perosauro e per decidere di non cogliere le rose, lasciarle vivere fino in fondo.


Camminare fino a sentire i polpacci dolenti solo per veder cosa ci sia al di là di quella collina, scoprire che non c'è nulla e mettersi a guardare il cielo, senza delusione, solo in compagnia della sensazione che il corpo pian piano si svegli.



O riposarsi al fresco di un ciliegio piantatato dal nonno chissà quanti anni fa.



Riscoprire le mani, laccare le unghie di rosso e non trovare niente di strano nell'usarle solo per fare lavori di casa, all'uncinetto, col calore del LungoBascio che non è sgradevole...perché qui non c'è caldo!


Russare sereni sull'erba, pensando solo a come si chiameranno quando arriveranno, bere piano una birra fredda del lago in cui l'hai lasciata immersa, sorridere sotto i baffi delle morbidezze di chi ami e delle tue, svegliarsi e tirare sassi sul pelo dell'acqua.


Farsi avvolgere dal frinire delle cicale e guardare l'acqua agitarsi in superficie in mille mulinelli. Sentirsi semplicemente felice per un momento di totale solitudine. immersa nel fresco. Nell'odore dell'acqua. Essere osservata fra l'erba dai paperi che riposano sotto la canicola.


Scoprirsi a curiosare nel buio delle crepe aperte dal tempo in una vecchia porta. Guardarsi dal di fuori e vedere una bambina con i capelli ricci, un vestito a pois bianchi e le unghie laccate di rosso inchinata in avanti che guarda nel buio. Pensare di distogliere lo sguardo subito, veloce: ora io guardo diretta verso la luce. Il buio, lo so dentro, è finito.


E poi guardarmi con occhi altrui. Sperare che ci trovi ancora ciò che lo ha fatto innamorare di me. nonostante tutto. E poi guardarli quegli occhi azzurri e scoprire che ogni giorno c'è quel qualcosa. Ogni notte.


E volersi tuffare in quel blu ogni giorno e ogni notte. Anche quando ci sarano Vinicio e Olivia. Anche quando il LungoBascio non ci sarà più.

E gioire di un successo costato un anno di fatica, infinite discussioni e rinunce, ma che è un lavoro bellissimo, che parla di noi due e della mia terra, del modo di leggere gli sguardi dietro le maschere e di come i riti più antichi possano resistere, sopravvivere, senza perdersi.




Una vita a due che ricomincia dalle cose più semplici, come il basilico in un vaso per la pasta o come i regali da fare alla casa.


E poi noi, finalmente di nuovo noi. Noi stessi. A parlare per ore, lungo kilometri di strada, fra gli incendi e l'umido della costa. A dirci di noi, a fare progetti, nell'odore degli orti annaffiati alla sera.
Banalità, di un amore sconvolgente.


2 commenti:

  1. Ho letto tutto d'un fiato.
    Che bella che sei... e che belle che sono le tue parole!
    Esulto con te, alla fine del buio che ti ha attanagliato, e mi commuovo quando penso al mio che di tanto in tanto riaffiora.
    Ma sorrido, sorrido alla vita, che oggi abbiamo, sorrido ai minuti da goderci senza pensare troppo al domani (e a ieri), chè non sappiamo cosa accadrà domani e oggi siamo troppo vivi per pensarci!!
    Ti abbraccio fortissimo!!

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  2. grazie dell'abbraccio e delle tue parole :**** commossa, inaspettatamente. GRAZIE

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