sabato 15 ottobre 2011

Bolla 137... Il cervo miagola

  20 anni fa ero in viaggio a Istambul per la prima volta con i miei genitori.
Viaggiavamo insieme a un'altra famiglia. Era il periodo di Pasqua in Italia e la mamma dell'altra bambina si stupì del fatto che a Istambul la gente lavorasse il giorno di Pasqua. Trovava la cosa poco rispettosa per il significato della Pasqua.
Io di anni ne avevo 13 e mi presi il più sonoro ceffone all'estero mai ricevuto. Lo presi da mia madre un secondo netto dopo che risposi alla signora queste parole:- Ma non lo sai che qui siamo in un paese musulmano?Cosa vuoi che gliene importi che da noi è Pasqua?Lo sai che in Russia la festeggiano fra una settimana? SBERLA
Riconosco che avrei dovuto usare un pò più di tatto. Che dare dell'ignorante a una collega della mamma non si fa. Che ero una piccola saccente. Che quello schiaffo me lo meritavo per la forma, non per i contenuti.

Adesso quello schiaffo me lo ricordo ancora benissimo e mi ricordo il bruciore ogni volta che pensavo a come raccontare ai ragazzini a scuola la diversità, a come rispondere ad una persona che dice che gli stranieri ci stanno invadendo il quartiere, a cosa dire all'ignorante di turno che mi dice tornatene nel tuo paese.
Lo schiaffo di mia madre mi ha insegnato che c'è modo e modo di dire le cose e che se non c'è gentilezza e rispetto nei modi o nella maniera di trattare gli altri si può avere qualcosa da dare ma non è detto che si riesca a darlo.
Mi ha anche insegnato che ci sono persone con le quali si può parlare di certe cose ed altre con le quali è inutile farlo. Purtroppo. e che di queste ultime si deve considerare i lati positivi...perché ogni essere umano ne ha.
Però dopo 20 anni son rimasta una che se pensa che una cosa sia sbagliata lo dice sinceramente.
Chiamare Kefiah uno scaldacollo o scialletto coprispalle a me pare 'na strunzata colossale.
(ci avevate creduto vero alla storia dei modi...eh sì son rimasta un pò rozza, ma buona dentro)
Domani decido che il cesso di casa mia si chiama bar.
Perché gli da un'aria esotica chiamarlo bar piuttosto che cesso. e perché ho deciso di farlo diventare una moda, al diavolo la selezionatissima clientela del bar di casa mia!
Ma resta un cesso, cioè è proprio lì che vado a fare pipì-cacca.
e se domani qualcuno mi dice che va al bar io gli chiedo di controllare se c'è la carta igienica che se manca gli presto un kleenex.
Potrebbero nascere dei dialoghi divertenti.
Se non fosse che poi, se la cosa diventasse una moda e all'estero cercassi un bar (per come lo chiamo io) in un momento d'urgenza potrebbero nascere dei simpatici problemi.
La prego mi indica il bar della stazione?
il più vicino è in fondo all'ultimo binario.
tooo late.
sprooot
Oppure titolo sui giornali: da oggi è aperta la caccia al cervo in questa, quest'altra e quest'altra ancora regione.
Strage di gatti d'appartamento. Non ci avevano avvisati che da ieri il gatto si chiama cervo.
La pigrizia mentale 
Queste foglie non lo stanno schiacciando, come possono 4 foglie schiacciare un cane?

sì ben rappresentata in questa immagine, è quel non moto mentale che ti fa prendere le cose così come stanno, è quel non moto mentale che fa sì che tu non sia curioso di sapere cosa stai facendo o dicendo, il significato degli atti e delle parole che usi è relativo a...all'uso che ne fai tu. è quel non moto mentale che ti fa prendere per creatività la fantasia alla voyager. (vi presento il chupacabras, ma guardi che è un coyote morto, l'ha detto il ranger! ma no, è un chupacabras, si vede dal buco per succhiare il sangue!, il ranger ha detto che è un coyote senza un dente. Il ranger sbaglia....)
La lingua non ha più senso, il significato delle parole non ha più senso e così non ha più senso indicare le cose con il loro nome.
La merda d'artista era merda d'artista, con tutta la creatività dell'arte restava un barattolo pieno di merda. ma: La creazione non mancò di suscitare interesse, sia a causa della radicale rottura con la tradizione artistica del tempo che per l'evidente segnale di degenerazione e decadenza dell'arte moderna. Cioè non sai più cosa inventarti e quindi caghi nel barattolo. La parola arte vuol dire cacca. E' vero, in italia viviamo in un paese che l'arte la respira, soprattutto a Napoli, certi cumuli d'arte....

Ho ammazzato uno, ho dato fiducia ad un altro.
Se vado in UK e dico ho ammazzato uno in genere mi portano alla polizia e speriamo che in cella ci sia il bar. :)
Ma io non volevo dire questo per me to kill è fare le coccole.
inutile, too late. in inglese è questo.Se dico ho dato la fi... ducia ad un altro scatta un casino a livello nazionale. Intercettazioni telefoniche, dimettiti, resta, perché non muori...
Ma io volevo solo dire che abbiamo scopato....
Ah...ecco. Ma la manifestazione degli indignados allora.....
Insomma, non sto a parlare della moda della kefiah che da un anno o poco più impazza in giro per il mondo (viola, rosa, azzurra o gialla su nero) sto dicendo che se una cosa è fatta di lana, non è un quadrato, la porti al collo in inverno per scaldarti, l'hai fatta ai ferri...perché non la chiami scaldacollo?
Pensa che risate: un arabo in viaggio, diciamo a Bolzano, telefona alla moglie rimasta in patria e le dice:- tesoro ti ho comprato una kefiah per la sera! E la signora un pò turbata che risponde che no, che la roba da uomo non se la vuole mettere e che no, la kefiah proprio no, che passiamo per filopalestinesi e poi so cazzi per viaggiare.
La kefiah o uno dei mille altri modi in cui viene chiamato questo COPRICAPO è un indumento maschile, fatto di cotone, di seta, di lino o di lana. Di due colori a seconda dell'area geografica da cui proviene, ma di sicuro per chiamarsi kefiah o shamag non è fatto ai ferri.
Peraltro ha una certa utilità in un certo tipo di clima. E anche da noi dove pare che il clima politico si stia scaldando. Avremo forse tempeste di sabbia rivoluzionaria e la useremo per difenderci il viso...speriamo. Ben venga la kefiah in manifestazione, soprattutto se è simbolo di un tentativo di far valere le proprie opinioni quando vengono calpestate.
E' un quadrato di stoffa, di origine rurale, che ha assunto una valenza politica col tempo.
Non starò qui a dire quale valenza, chi abbia ragione e chi torto secondo me, ma vi immaginate se un giorno un palestinese coi sassi in tasca trovasse in vendita on line una kefiah fatta a mano in Italia e l'acquistasse?...è arrivato il gaypride a Betlemme .... e addio intifada....

Dai , chiamare Kefiah uno scaldacollo e dire che uno scaldacollo assomiglia a una kefiah vuol dire banalizzare la kefiah e contemporaneamente il lavoro ai ferri, vuol dire che della vera kefiah ti interessa solo il fatto che dire scaldacollo ha fatto il suo tempo. Chiamare lo scaldacollo Kefiah secondo alcuni fa "moda", basta guardare le modelle in passerella su gugol immagini come mi viene consigliato.
Lo scaldacollo va di moda da un botto. Fatto a mano e fatto bene può sicuramente diventare la moda di questo inverno. Ma perché vuoi per forza dare un tocco di esotismo a delle creazioni che già da sole sono spettacolari? Tu non hai bisogno di queste spinte modaiole!!!Il tuo lavoro è bello perché è genuino e perché non è dire soltanto quadrato di stoffa da mettere in testa per proteggersi!Si chiama scaldacollo artigianale!C'è un signor lavoro dietro!
e ad una kefiah non ci assomiglia manco da lontano.
e così, nella vita, è bello che ci vengano offerti nuovi spunti di conoscenza, di incontro con le culture diverse. Ma se io decido che in realtà a me di quelle culture mi interessa solo il suono di una parola e la uso pure per indicare altro non mi devo stupire se italiano in giro per il mondo è tradotto con mafioso, con pizza e mandolino, e non mi devo stupire del fatto che guardate con questo filtro banalizzante certe notizie sembrino riguardare un altro pianeta.

5 commenti:

  1. ohi, questo post non solo lo condivido su FB, ma me lo stampo pure.
    e, giuro, non lo leggo al bar :)

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  2. XD he he he ma cara, io al bar leggo tantissimo!luogo di cultura e notebook il mio bar....

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  3. Mi piace come scrivi e mi piace quello che scrivi!
    il post lo condivido tutto...condivido che ci sono persone con cui di certe cose è meglio non parlare proprio,condivido che molto contano i modi nell'esprimere un concetto e condivido anche lo schiaffo che tante volte anch'io ho ricevuto...ma io,a differenza di te,(perdonami) non credo che ogni persona (anche se nascosti) ha dei lati positivi... questo l'ho capito con il tempo e con il tempo ho capito anche che non sempre le esperienze che viviamo incidono sulla nostra vita e sul nostro modo di pensare...forse dovrei dire purtroppo ma non lo dirò!
    Una buona serata
    P.S. Mi sono messa tra i tuoi fans...
    non voglio perdermi altre bolle...ciao

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  4. pescetto, ho come l'impressione che dopo un post del genere una delle mie solite perle di stronzata ci starebbe come una cozza in mezzo alle fighe spaziali, quindi, anche se di cose potrei dirne (chè, sai, un po' seria ci so essere anche io... qualche volta, però, che ho un'immagine da difendere, io) mi limito a dire che, che ti devo dire, d'ignoranza al mondo ce n'è tanta. come ci sono tanta stupidità e superficialità. ma che te lo dico a fare?
    dopo aver detto in parte la mia, mi concedo un minuto di silenzio in onore dell'amor proprio che tante persone uccidono senza pietà, come fossero conigli assassini con la maglia dei nirvana e un passamontagna in testa (così non rischiano di confondersi tra kefiah, scaldacollo, pashmina, foulard, sciarpa e il cappuccio della felpa).
    ah. scappo a vergognarmi anche un po' per quei 100 stupidi.

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  5. l'ho condiviso anche io su fb perché mi ci ritrovo, perché fa riflettere e perché è scritto con intelligenza e fervore. Mi piace il fervore, non se ne trova molto in giro. Ora che ci penso facebook ha tolto valore ad una parola importantissima. mannaggia

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